Il patrimonio nato nel 2020 dalla fusione di tre biblioteche storiche: la W. Bigiavi di discipline economiche, quella del Dipartimento di Scienze Economiche e quella del Dipartimento di Scienze Aziendali.
La Biblioteca oltre ad essere un valido supporto per la didattica – valorizzato dalla spaziosa sede progettata negli anni ’60 dall’eminente architetto Enzo Zacchiroli – è anche una grande biblioteca storica a vocazione interdisciplinare, con collezioni di particolare pregio nelle aree delle scienze economiche, del diritto italiano e anglo-americano, della sociologia e della politica, della contabilità d'impresa, del management aziendale e del marketing.
Nella vasta collezione di libri si trovano diversi fondi tra cui il fondo Andreatta e quello dell’Ambasciata Australiana. Il fondo del Prof. Beniamino Andreatta, consistente in 862 volumi, e costituisce una donazione pervenuta dalla sua famiglia alla biblioteca nel 2007, mentre il fondo dell’Ambasciata dell’Australia di Bologna, ricevuto anch’esso per donazione nel 2008 e composto da 94 volumi, si occupa di temi relativi agli aspetti socio-economici australiani e del continente asiatico, pubblicati dal 1930 al 1990.
L’acquisto dei fondi dell’attuale biblioteca inizia quindi oltre 75 anni fa, anche se non si poteva ancora parlare di una vera biblioteca organizzata.
Analizzando i primi periodici acquistati si può notare che si tratta di “classici” dell’economia, datati tra il 1932 e il 1936 come The American Economic Review, 1932; Economica, 1936; The Economic Journal, 1933, The Quarterly Journal of Economics, 1932; The Review of Economic Studies, 1933. Tra le prime monografie, oltre 1000 libri acquistati prima del 1940, spiccano delle prime edizioni di Keynes, e Pigou, mentre edizioni successive di Alfred Marshall o Philip Henry Wicksteed e opere rare di Tullio Martello.
Molti neoclassici stranieri, tra cui John Bates, Clark Francis Edgeworth, William Stanley, Jevons Arthur Pigu e tra gli italiani Antonio De Viti De Marco e Vilfredo Pareto, inoltre si trovano le opere di John Maynard Keynes e Michal Kalecki, mentre della scuola austriaca sono presenti i testi di Friedrich Von Hayek.
La biblioteca possiede anche un piccolo fondo di libri antichi, risalenti agli acquisti compiuti alla fine degli anni ‘50 dall’Istituto di Economia, dall’Istituto di Finanza e dal Laboratorio di politica Tullio Martello. Si tratta di 52 volumi posseduti anche da diverse altre biblioteche e datati tra la fine del ‘700 e quella dell’800.
La classificazione JEL è stata adottata prima del 1976 da parte dei docenti della biblioteca Scienze Economiche seguendo le indicazioni delle Rivista Journal of Economic Literature, ma semplificando lo schema, mentre i fondi provenienti da piazza Scaravilli hanno mantenuto la loro collocazione a lettera corrispondente grosso modo alle varie cattedre dei docenti di Economia e finanza. Sono stati collezionati, soprattutto negli anni ’90, alcune centinaia di Working Papers di economia sia di Università italiane che straniere che enti e istituti di ricerca internazionali. Mentre oggi la maggior parte di questi lavori sono reperibili on-line, spesso ad accesso gratuito, solo pochi anni fa l’unico modo era lo scambio dei “papers” e la loro consultazione in biblioteca.
La Biblioteca del Dipartimento nasce nel 1983 dalla fusione delle biblioteche degli ex Istituti di Tecnica Economica e di Ragioneria e dal successivo accorpamento della Biblioteca dell'ex Istituto di Merceologia. Il patrimonio comprende una vasta collezione di monografie e periodici negli ambiti della contabilità d'impresa, del management aziendale e del marketing.
Nel luglio 2020, al momento della fusione con le altre due biblioteche, la biblioteca possiede oltre 45.000 monografie e 540 periodici su carta. La biblioteca si caratterizza inoltre per un'ampia raccolta di materiale informativo quali bilanci, casi aziendali e rapporti di ricerca.