Novità in biblioteca
Pubblicato il 24 giugno 2025
Rassegna delle copertine dei titoli acquisiti dalla biblioteca nel corso del mese, con una sintetica descrizione del contenuto di ogni volume e il codice per visualizzarne la descrizione in catalogo e la collocazione sullo scaffale.
Victor Menaldo e Nicolas Wittstock offrono un’analisi penetrante delle dinamiche che legano l’innovazione tecnologica alla geografia del consenso populista negli Stati Uniti, in un contesto segnato da crescenti disuguaglianze economiche e polarizzazione politica. Il volume introduce il concetto di “technology deserts”, con riferimento a quelle aree escluse dai benefici dell’economia della conoscenza che si sono rivelate terreno fertile per l’ascesa del trumpismo. Gli autori sostengono che “trumpismo e disuguaglianza tecnologica non sono fenomeni separati, ma due facce della stessa medaglia: l’una alimenta l’altra in un ciclo di esclusione e risentimento”. Questa tesi è supportata da un’analisi empirica che incrocia dati su brevetti, investimenti in ricerca e sviluppo e risultati elettorali, mostrando come le aree meno innovative abbiano sostenuto con maggiore convinzione le politiche protezionistiche e anti-élite dell’ex presidente.
In particolare, il libro evidenzia che “le contee con maggiore densità di brevetti e investimenti in R&S hanno votato in misura significativamente minore per Trump nel 2020 rispetto al 2016”, suggerendo una crescente frattura tra l’America tecnologicamente avanzata e quella periferica. Questa dinamica è interpretata come una forma di "neo-luddismo politico", una reazione collettiva contro un’economia percepita come inaccessibile e ostile: “Il populismo americano del XXI secolo non è solo anti-globalista, ma anche anti-innovazione: rifiuta il futuro perché non vi si riconosce”.
Il volume si distingue per la sua capacità di coniugare teoria politica, economia dell’innovazione e geografia elettorale, offrendo una chiave di lettura originale delle trasformazioni in atto nella società americana.
Victor Menaldo è professore di Scienza Politica presso l’Università di Washington, dove co-dirige il Political Economy Forum. I suoi interessi di ricerca includono economia politica comparata, istituzioni democratiche e sviluppo economico. Nicolas Wittstock ha conseguito il dottorato in Scienza Politica presso la stessa università, dove si è occupato di disuguaglianze territoriali, innovazione e populismo.
Nel cuore del dibattito contemporaneo sull’intelligenza artificiale, Alessandro Aresu, in "Geopolitica dell’intelligenza artificiale", definisce l’IA come “l’invenzione definitiva dell’umanità”, sottolineando come la sua diffusione “evoca il rischio dell’estinzione del suo creatore”. Il saggio esplora le tensioni tra Stati Uniti e Cina, mostrando come la corsa all’IA sia anche una lotta per la supremazia geopolitica e industriale. Aresu mette in luce il ruolo cruciale di figure come Jensen Huang (NVIDIA) e Sam Altman (OpenAI), ma anche le implicazioni etiche e strategiche di una tecnologia che “non può essere una scienza astratta rispetto al tema della resa commerciale dei suoi prodotti”. Il suo contributo è fondamentale per comprendere come l’IA stia ridefinendo gli equilibri globali, non solo tecnologici ma anche politici e culturali.
A questa visione si affianca quella di Guido Vetere, che in "Intelligenze aliene. Linguaggio e vita degli automi" propone una riflessione filosofica e linguistica sull’IA. Vetere descrive i modelli linguistici come “entità artificiali in grado sì di dialogare, ma incapaci di comprendere il senso e il significato delle loro parole”. Li definisce “intelligenze aliene” perché, pur parlando come noi, non condividono la nostra esperienza del mondo. Il libro affronta un’emergenza non solo etica, ma epistemologica: “in un modello linguistico non ci sarà mai il vero o il falso, ma solo il probabile”. Vetere invita a ripensare il nostro rapporto con il linguaggio e la conoscenza, mettendo in guardia contro il rischio di delegare alle macchine competenze fondamentali per la cittadinanza.
Infine, Hatim A. Rahman, in "Inside the Invisible Cage: How Algorithms Control Workers", introduce il concetto di “gabbia invisibile” per descrivere il controllo esercitato dagli algoritmi sulle piattaforme digitali. A differenza della “gabbia d’acciaio” weberiana, dove le regole erano note e stabili, la gabbia invisibile è fatta di “algoritmi opachi che cambiano in modo imprevedibile, senza preavviso né spiegazione”. Rahman mostra come le piattaforme, pur promettendo autonomia, limitino in realtà la capacità dei lavoratori di prevedere e pianificare il proprio futuro. Il suo studio etnografico rivela un nuovo paradigma di governance algoritmica, in cui la flessibilità apparente nasconde forme sofisticate di subordinazione.
Questi tre libri di recente pubblicazione richiamano all’urgenza di ripensare il rapporto tra l’essere umano e l’ambiente naturale, evidenziando l'interconnessione tra salute, crisi climatica e degrado ecologico. "One Health: pensare le emergenze del pianeta ", curato da Vittorio Lingiardi e Isabella Saggio, propone un paradigma che riconosce la relazione inscindibile tra salute umana, animale ed ecosistemica, sottolineando la necessità di superare la frammentazione dei saperi per affrontare le grandi emergenze planetarie. Attraverso contributi di studiosi e intellettuali, il volume invita a un cambiamento di prospettiva e a una responsabilità condivisa, individuando soluzioni per un mondo più equo e sostenibile.
"L’emergenza climatica: ripensare l'individuo in un mondo che cambia " di Francesca Pongiglione, invece, si concentra sulla sfida morale e sociale posta dai cambiamenti climatici. Più che soffermarsi sugli aspetti scientifici, il libro esamina la necessità di ridefinire i valori che guidano le scelte individuali e collettive, mettendo in luce il dovere etico nei confronti delle generazioni future. La risposta alla crisi ambientale non può limitarsi alle innovazioni tecnologiche, ma deve coinvolgere una trasformazione profonda nel modo di pensare e di agire, responsabilizzando ogni individuo nel ripensare la propria impronta ecologica.
Infine, "Restaurare la natura: come affrontare la più grande sfida del secolo" di Roberto Danovaro affronta in maniera pragmatica la questione del restauro ecologico, proponendo un cambio di paradigma per la tutela ambientale. Non basta proteggere gli ecosistemi degradati, ma occorre intervenire attivamente per ripristinare la loro funzionalità, adottando strategie concrete e superando le resistenze economiche e politiche. Il volume sottolinea come il recupero degli ecosistemi non sia solo una necessità etica, ma anche un investimento per il futuro, capace di generare benefici economici e migliorare la qualità della vita.
Questi tre saggi, pur nella loro specificità, convergono su un concetto fondamentale: la salute della Terra e quella umana sono profondamente interconnesse. La sfida ambientale impone una riflessione collettiva e un’azione immediata, perché solo attraverso una nuova consapevolezza e un impegno condiviso è possibile riscrivere il futuro del pianeta.
Nel panorama critico contemporaneo, due opere recenti offrono una lettura penetrante delle trasformazioni del capitalismo nell’era digitale: "Capital’s Grave: Neofeudalism and the New Class Struggle", di Jodi Dean, e "Deconstructing Digital Capitalism and the Smart Society", di Mel Van Elteren. Sebbene con approcci differenti, entrambi i saggi convergono su una diagnosi comune: il capitalismo sta mutando pelle, assumendo forme sempre più autoritarie, tecnologicamente mediate e socialmente diseguali.
La Dean propone una visione radicale del presente, descrivendo un sistema che si avvicina al neofeudalesimo, in cui il potere economico e politico si concentra nelle mani di pochi “signori digitali”, mentre la maggioranza si ritrova in condizioni di precarietà e subordinazione. In questo contesto, la tecnologia non emancipa, ma rafforza le gerarchie, trasformando il lavoro in servizio e la cittadinanza in dipendenza. Tuttavia, Dean individua anche una possibile forza rivoluzionaria: quella che chiama la “servant vanguard”, una nuova classe lavorativa che potrebbe guidare la lotta contro l’oppressione sistemica.
Van Elteren, da parte sua, analizza il capitalismo digitale come un ecosistema dominato da piattaforme invasive, monopoli tecnologici e una crescente automazione delle decisioni. La “smart society” che ne deriva è tutt’altro che intelligente: è una società sorvegliata, manipolata e spinta verso una razionalità tecnocratica che esclude la partecipazione democratica. L'autore non si limita alla critica, ma esplora anche alternative possibili, come il socialismo delle piattaforme e il cooperativismo digitale, suggerendo che un altro modello di società è non solo auspicabile, ma necessario.
Entrambi i volumi si muovono su un terreno globale, mettendo in relazione le dinamiche economiche con le trasformazioni geopolitiche e culturali. Insieme, offrono una mappa teorica e politica per comprendere le nuove forme di dominio e per immaginare vie d’uscita. La loro lettura congiunta non solo arricchisce la comprensione del presente, ma stimola anche una riflessione critica sulle possibilità di cambiamento.
Tre volumi di recente acquisizione affrontano, da prospettive diverse ma complementari, il tema cruciale della transizione energetica e del futuro delle fonti rinnovabili nel contesto italiano ed europeo. Alessandro Macciò, in "Elettrificare per crescere", propone un'analisi concreta dei percorsi di decarbonizzazione intrapresi da trenta imprese italiane, mettendo in luce le strategie adottate e i risultati ottenuti, con un forte accento sulla necessità di un'elettrificazione intelligente per garantire sviluppo economico e sostenibilità ambientale. A questa visione pragmatica si affianca l'approccio di Stefano Fracasso in "O sole mio: perché gli scettici non fermeranno l’era delle rinnovabili", che esplora il potenziale delle energie rinnovabili e smonta le argomentazioni degli scettici, sostenendo con dati e riflessioni che la transizione verso un sistema energetico pulito è non solo possibile, ma inevitabile. Infine, Francesco Buonomenna, con "La governance dell'energia nel diritto dell'Unione europea", offre un punto di vista giuridico e istituzionale, analizzando il quadro normativo che disciplina il settore energetico europeo e il ruolo delle istituzioni nel favorire il cambiamento. Insieme, questi libri compongono un mosaico ricco e articolato che permette di comprendere le sfide, le opportunità e le dinamiche di un settore in piena evoluzione.
La biblioteca si arricchisce di volumi di recente pubblicazione che analizzano le applicazioni dell'IA in ambiti come marketing, arte, risorse umane e neuroscienze. Un’opportunità per approfondire il ruolo crescente di questa tecnologia nella società e nel mondo del lavoro.
Un libro che mostra come l'artigianato italiano possa non solo sopravvivere, ma prosperare nell'era digitale.
Gli autori analizzano il ruolo dei chatbot, definiti “macchine da conversazione” alimentate dall’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT e DeepSeek. Riflettono sulla loro capacità di generare testi significativi e su come il loro dialogo possa ridefinire la concezione tradizionale dell’essere umano come pensatore.
Chi è l'autore di un'opera realizzata con l'ausilio di un'AI? Cos'è un'opera nell'era dell'intelligenza artificiale? Viene proposta una nuova identità creativa che fonde le competenze umane con le potenzialità delle AI generative, ridefinendo il processo artistico.
L'AI generativa è un vero collaboratore che automatizza compiti operativi e supporta decisioni strategiche, trasformando il modo in cui lavoriamo e gestiamo la leadership. Questa guida esplora 35 utilizzi pratici per sfruttarne appieno il potenziale.
La Generative AI sta rivoluzionando il marketing, migliorando la personalizzazione, la creazione di contenuti e l'interazione con i clienti. Gli autori descrivono la sua evoluzione, le applicazioni pratiche e il ruolo della scienza dei dati nella trasformazione delle strategie di comunicazione.
L’IA sta trasformando il mercato dell’arte, influenzando autenticazione, valutazione e promozione delle opere, oltre a favorire trasparenza e nuove esperienze immersive. Questo libro esplora il suo impatto, le sfide etiche e il futuro dell’interazione tra arte e tecnologia.
La domanda oggi è cambiata: non è più se le macchine possono essere intelligenti, ma se possono eguagliarci e superarci. Dopo «La scorciatoia» e «Machina sapiens» il terzo episodio dell'avvincente trilogia sulla nuova era delle macchine pensanti.
Una guida completa per integrare l’IA nella gestione delle risorse umane, esplorando opportunità, sfide e strategie per una trasformazione digitale consapevole ed etica.
Il volume invita a una riflessione equilibrata sull’IA, evitando estremismi e promuovendo valori come uguaglianza, inclusività e sostenibilità per una tecnologia al servizio della società.
Uno studio sul convergent marketing, approccio che combina IA, automazione e contenuti multimediali per creare interazioni dinamiche tra brand e consumatori, guidando strategie digitali innovative.
Un libro che aiuta a integrare l’intelligenza artificiale nella scrittura per il marketing, ispirando argomenti, spunti narrativi e parole pertinenti al target e agli obiettivi della comunicazione.
L’AI rivoluziona le risorse umane, migliorando equità, efficienza e benessere lavorativo, ma richiede un uso responsabile per bilanciare automazione e gestione umana.
L’evoluzione del cervello umano viene raccontata attraverso cinque svolte chiave, collegandole ai progressi dell’IA per svelare le radici dell’intelligenza e del pensiero.
Il volume si apre con un paradosso: nonostante il suo riconosciuto percorso accademico e professionale, l’autore si definisce un ignorante, introducendo così il tema centrale dell’opera. L’ignoranza, vista non come una lacuna occasionale ma come una condizione strutturale, ha profonde implicazioni individuali e sociali, influenzando il pensiero critico, la capacità di autodeterminazione e la qualità della partecipazione democratica. Paolo Guenzi invita a riconoscere l’ignoranza come un primo passo per acquisire maggiore consapevolezza e promuovere il miglioramento personale.
Attraverso un’analisi critica, l’autore esamina le diverse sfaccettature dell’ignoranza, evidenziandone i risvolti negativi – dal pregiudizio alla manipolabilità – ma anche le sue manifestazioni più ambigue, come la “beata ignoranza”. Viene esplorata la correlazione tra ignoranza e arroganza, sottolineando come questa combinazione ostacoli l’autocritica e la crescita individuale. Un riferimento particolare viene fatto al pensiero di Bryan Caplan sull’irrazionalità degli elettori, interpretata come manifestazione di un’ignoranza sistemica.
Nel contesto italiano, l’autore segnala la preoccupante diffusione dell’analfabetismo funzionale, che coinvolge circa il 35% della popolazione adulta e compromette la capacità di affrontare la complessità contemporanea. Un capitolo del libro affronta il “marketing dell’ignoranza”, analizzandone l’impatto sulle dinamiche economiche e di consumo, con sezioni dedicate all’influenza della disinformazione sui mercati e sui comportamenti delle persone.
Paolo Guenzi è professore associato presso il Dipartimento di Marketing dell’Università Bocconi e docente senior presso la SDA Bocconi School of Management. Le sue ricerche si concentrano sulla gestione delle vendite, la trasformazione digitale delle organizzazioni commerciali e il marketing relazionale.
Il nuovo saggio di Federico Fornaro, uscito per Boringhieri, affronta con lucidità e rigore la crisi della democrazia rappresentativa in Italia. L’autore parte da un dato allarmante: la crescente disaffezione degli italiani verso il voto, culminata con un’affluenza inferiore al 50% alle elezioni europee del 2024. Questo fenomeno, lungi dall’essere un semplice segnale di disinteresse, è interpretato come un sintomo profondo di sfiducia nei confronti delle istituzioni democratiche.
Fornaro apre il saggio con un richiamo storico e istituzionale, citando Maurice Duverger e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per sottolineare come una democrazia senza partecipazione sia una democrazia svuotata, abitata da “fantasmi”. Da qui prende l'avvio un’analisi articolata che si sviluppa lungo diverse direttrici.
Il primo nodo affrontato è quello della fragilità delle democrazie liberali contemporanee, minacciate da fattori come l’aumento delle disuguaglianze, la perdita della memoria storica, la crisi della conoscenza e l’incapacità di immaginare il futuro. Questi elementi, secondo Fornaro, stanno erodendo la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni, rendendo il terreno fertile per derive autoritarie.
Un’attenzione particolare è dedicata al fenomeno dell’astensionismo, che viene analizzato attraverso dati e ricerche. L’autore delinea il profilo dell’astensionista contemporaneo e ne esplora le motivazioni, legandole alla crisi dei partiti e alla percezione di inefficacia della rappresentanza politica. L’astensione, in questo senso, diventa un atto politico di rifiuto, più che una semplice scelta di disimpegno.
Il saggio si sposta poi su un piano più ampio, esaminando l’ascesa dei neopopulismi in Europa e negli Stati Uniti. Fornaro si sofferma in particolare sul caso italiano, mettendo in luce il legame tra il nazional-populismo attuale e l’eredità del Movimento Sociale Italiano. Pur escludendo un ritorno al fascismo, l’autore mette in guardia contro il rischio di una transizione verso forme di “democrature”, regimi formalmente democratici ma sostanzialmente autoritari, come quello ungherese.
Un capitolo centrale è dedicato alla proposta di riforma costituzionale avanzata dal governo Meloni, che prevede l’elezione diretta del capo del governo. Fornaro critica duramente questa ipotesi, sostenendo che essa comporterebbe una pericolosa concentrazione del potere e un indebolimento del sistema parlamentare, alterando l’equilibrio tra i poteri e riducendo ulteriormente lo spazio della rappresentanza.
Il libro si conclude con una riflessione sulla deriva plebiscitaria che minaccia di svuotare la democrazia dall’interno. Fornaro non si limita alla denuncia, ma propone anche una serie di interventi correttivi per rafforzare la democrazia liberale, valorizzandone i meriti storici e affrontandone le debolezze. Il suo messaggio è chiaro: non bisogna cedere né alla nostalgia né al catastrofismo, ma rispondere con determinazione alla sfida populista, ricostruendo fiducia, partecipazione e senso civico.
Una selezione delle ultime pubblicazioni sul tema del lavoro disponibili in biblioteca
Nicola Acocella indaga i fenomeni della disoccupazione ciclica, il persistente divario tra Nord e Sud, le disparità di genere e il fenomeno dei giovani NEET. Con un approccio rigoroso, si esplorano le politiche attuate, le inefficienze strutturali e le risposte alla globalizzazione e alle crisi economiche.
Dal pensiero della differenza all’analisi intersezionale, questo libro propone una rilettura critica degli strumenti giuridici e delle politiche pubbliche che mirano a promuovere il lavoro delle donne, per comprendere dove si annidano le radici redistributive delle diseguaglianze di genere e valutarne le azioni di contrasto.
Cosa succede alle donne che lavorano in un paese che fatica a conciliare una cultura tradizionalista con le esigenze di un’economia globalizzata? In questo vivido ritratto della società egiziana, Leslie T. Chang segue l’esperienza di tre donne che con tenacia e perseveranza vivono e lavorano in un contesto che spesso ne ostacola i progressi esistenziali e professionali.
Questioning the received wisdom that work is good for you, that you are what you do and that 'any job is a good job', Post-work offers a new challenge to the work-centred society. This timely book provides a vital introduction to the post-work debate - one of the most exciting political and theoretical currents of recent years.
Reclutare manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento. È questo, in termini di legge, il caporalato. Una parola che sembra riportare indietro le lancette dei diritti dei lavoratori. In particolare, quando tra le sue pieghe, a fianco di interessi leciti, operano e prosperano attori illegali, le organizzazioni criminali in primis.
The author discusses how the American perception of work has evolved over the 20th century, with a growing emphasis on entrepreneurship, initiative, and self-realization, rather than just reliable job performance. This entrepreneurial work ethic has become deeply ingrained in American culture, even as economic insecurity and inequality have increased. The book explores the origins and impact of this shift, tracing it from late 19th-century success literature to the modern gig economy.
Nella nostra ricerca del graal per ottimizzare la produttività con tecnologie intelligenti come l’IA e i robot, stiamo separando i lavoratori junior dagli esperti nei luoghi di lavoro di tutto il mondo. Si tratta di un problema incombente dall’impatto enorme che pochi stanno affrontando veramente.
Sono trent'anni che i redditi dei lavoratori italiani non crescono. Un'anomalia assoluta tra le economie avanzante con caratteri quasi strutturali e conseguenze negative sul piano economico e sociale. Una questione che riguarda il lavoro povero ma anche la fascia medio alta, quella su cui incombe il grosso del carico fiscale che sostiene il nostro welfare state.
Acclamato da CNBC come uno dei «top 5 libri di saggistica sul lavoro che tutti dovrebbero leggere», il libro è un appello all’azione, che mostra come condurre il cambiamento da dovunque ci si trovi può trasformare la nostra carriera, la comunità e persino il mondo intero.
In Italia sono circa tre milioni i lavoratori invisibili, poveri, irregolari, quelli che pur lavorando non riescono a portare a casa uno stipendio sufficiente a condurre un’esistenza libera e dignitosa, quelli che non godono di alcuna tutela e non possono far valere i loro diritti.
Il lavoro domestico come lavoro non pagato della casalinga [...] è una forma specifica di sfruttamento connessa ai processi di valorizzazione del capitale, che vede i suoi inizi tra il xvii e il xviii secolo per poi svilupparsi negli anni successivi alla rivoluzione industriale.
Lo Stato deve cessare di operare come presidio del corretto funzionamento del mercato e affermarsi come difensore della società dal mercato. L’Italia è l’ottavo Paese più ricco del mondo, ma anche il Paese dove un lavoratore su quattro è povero e uno su tre vulnerabile, ovvero condannato alla povertà in caso di evento inaspettato.
Questo breve libro contiene due capitoli su un tema molto discusso che suscita sia visioni distopiche che previsioni ottimistiche: che impatto avrà l’Intelligenza Artificiale sulla quantità e qualità del lavoro.
«Dall’inizio del nuovo secolo, in Italia si è alimentata un’illusione: quella di essere diretti verso la piena occupazione. Si tratta, appunto, di un inganno. Se si analizzano i numeri, emergono una realtà diversa e una tendenza opposta: in questi anni si è assistito nel nostro paese a una rapida crescita non di un’occupazione dotata di stabilità e tutele, ma della sottoccupazione, con forme e tipi di lavoro frammentato e vulnerabile. Una sottoutilizzazione delle persone in ore, istruzione e competenze».
In Italia, i giovani sono una risorsa preziosa ma sempre più scarsa. In numero sempre minore e spinti a emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità, sono spesso vittime di stereotipi incapaci di cogliere le dinamiche che li caratterizzano.
In questo saggio uscito in edizione paperback per Lexington Books, Andrew Kolin definisce il concetto di "distruzione creativa" come parte della sua critica al capitalismo. Con tale efficace espressione l’autore si riferisce al processo attraverso il quale il capitalismo, nel suo incessante bisogno di innovazione e crescita, distrugge vecchie strutture economiche e sociali per creare nuove opportunità di profitto.
Kolin sostiene che questo percorso, sebbene possa portare a innovazioni e miglioramenti tecnologici, è intrinsecamente irrazionale e distruttivo. La ricerca incessante di profitto e accumulazione conduce alla devastazione ambientale e sociale, minando le basi stesse su cui il capitalismo si regge.
Durante il periodo pre-industriale, i cambiamenti ambientali erano locali o regionali; con la Rivoluzione Industriale e l'imperialismo europeo, che hanno causato deforestazione e inquinamento, i cambiamenti sono divenuti globali. Fino all’attuale “ecocidio”.
L'autore propone il socialismo come un sistema sociale razionale che potrebbe promuovere fini morali comuni e una relazione armoniosa con l'ambiente. Senza la necessità di una crescita illimitata, si potrebbe pensare a una riproduzione sociale scongiurando i danni per l’ecosistema. Il cambiamento climatico in corso rappresenta una disarmonia tra l'umanità e l'ambiente: per evitare una catastrofe climatica è necessario un cambiamento radicale delle priorità sociali. Un piano Marshall globale.
Ecco due libri, entrambi pubblicati dall’editore Carocci, che contribuiscono a una più ampia discussione sulla necessità di interventi e strategie per migliorare la vita lavorativa.
“Lavoro e salari in Italia : cambiamenti nell'occupazione, precarietà, impoverimento”, a cura di Rinaldo Evangelista e Lia Pacelli, analizza il declino di lungo periodo dei salari reali in Italia e il deterioramento delle condizioni lavorative. Presenta contributi e discussioni di un convegno tenutosi a Torino che ha coinvolto economisti, sociologi e rappresentanti delle parti sociali. L'obiettivo principale è fornire un quadro empiricamente e metodologicamente fondato della fragilità della struttura occupazionale e delle condizioni dei lavoratori in Italia, esaminando le cause principali dei bassi salari e della crescita del lavoro povero e precario. I diversi contributi analizzano specifici aspetti come l'incidenza delle basse retribuzioni, la diffusione del part-time, il ruolo del salario minimo, le politiche di sostegno al reddito e la contrattazione collettiva.
“Il benessere lavorativo : una prospettiva psicologica”, curato dallo psicologo del lavoro Guido Alessandri, presenta una riflessione sulla scienza del benessere al lavoro. Nella prefazione Franco Fraccaroli spiega come per le organizzazioni di lavoro sia possibile perseguire il successo considerando aspetti come la salute, la sicurezza, la conciliazione tra lavoro e vita privata, la gestione della diversità e l'inclusione. Viene sottolineata l'importanza della psicologia applicata al mondo del lavoro per assicurare il "lavoro giusto al posto giusto". Il libro intende fornire una nuova definizione di salute mentale che riflette la visione attuale e le priorità dell'OMS in materia.
In biblioteca i volumi finalisti di un premio assegnato annualmente al miglior libro di business. Istituito nel 2005, è considerato uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel campo della letteratura economica e aziendale. L'ultima edizione è stata vinta da "Supremacy: AI, ChatGPT and the Race That Will Change the World", di Parmy Olson.
From award-winning journalist Parmy Olson, Supremacy is the astonishing, untold, behind-the-scenes story of the battle between two AI companies, their struggles to use their tech for good, and the dangerous direction that they’re now going in.
"Original and thought-provoking... A brilliantly erudite account of the major waves in the theory and practice of management" (Financial Times)
A revelatory, paradigm-shifting work from a renowned Columbia professor and “one of the great social and cultural psychologists” (Amy Cuddy) that demystifies our tribal instincts and shows us how to use them to create positive change.
"A compelling examination of the socio-economic consequences of humans living longer lives (...) important and timely" (Financial Times)
A riveting inside look at an elite unit within the Pentagon—the Defense Innovation Unit, also known as Unit X—whose mission is to bring Silicon Valley’s cutting-edge technology to America’s military: from the two men who launched the unit.