Novità in biblioteca
Pubblicato il 14 ottobre 2025
è stato assegnato a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt "per aver spiegato la crescita economica guidata dall’innovazione" e il ruolo della tecnologia. Il riconoscimento è stato diviso in due parti. A Mokyr, Northwestern University, "per aver identificato i prerequisiti di una crescita economica duratura attraverso il progresso tecnologico"; ad Aghion e Howitt, rispettivamente del Collège de France e della Brown University, "per la teoria della crescita sostenuta attraverso la distruzione creativa".
Joel Mokyr, storico dell’economia, ha esplorato le radici culturali e intellettuali della Rivoluzione industriale, evidenziando come la transizione da una conoscenza empirica a una scientifica abbia reso possibile un processo continuo di innovazione. Nel volume "The gifts of Athena: historical origins of the knowledge economy", Mokyr mostra come la diffusione del sapere e l’apertura culturale abbiano creato le condizioni per un’economia basata sull’innovazione. In "A culture of growth: the origins of the modern economy", approfondisce il ruolo delle istituzioni e delle idee nella nascita dell’economia moderna, sottolineando come il contesto culturale sia determinante per lo sviluppo economico.
Philippe Aghion e Peter Howitt hanno invece fornito una base teorica rigorosa alla visione schumpeteriana della “distruzione creatrice”. Nel loro testo "Endogenous growth theory", propongono un modello in cui la crescita è il risultato di un processo continuo di innovazione, in cui nuove imprese e tecnologie sostituiscono quelle obsolete. Questo approccio ha rivoluzionato la teoria economica, spostando l’attenzione dalle variabili esogene alle dinamiche interne del sistema economico.
Aghion ha inoltre elaborato una sintesi organica del suo percorso scientifico nel volume "The power of creative destruction: economic upheaval and the wealth of nations", scritto con Céline Antonin e Simon Bunel. L’opera, accessibile anche a un pubblico non specialistico, illustra come l’innovazione, pur generando instabilità e trasformazioni profonde, sia il motore indispensabile della prosperità economica. (14 ottobre 2025)
Una bibliografia delle monografie degli economisti vincitori del premio Nobel 2025 possedute dalla "Bigiavi". Dall'elenco sono escluse le numerose opere miscellanee che comprendono loro contributi.
Questo saggio di Dinesh Joseph Wadiwel propone una lettura radicale dell’allevamento intensivo, spostando l’attenzione dal piano etico a quello strutturale ed economico. L’autore non si limita a denunciare la crudeltà inflitta agli esseri viventi non umani, ma analizza il factory farm come dispositivo centrale del capitalismo contemporaneo, evidenziando come esso non sia semplicemente il risultato della domanda di carne né un’espressione isolata di specismo. Piuttosto, rappresenta l’incontro tra l'antropocentrismo gerarchico, eredità dell’Illuminismo europeo, e una logica produttiva fondata sull’accumulazione e sulla riproduzione continua del valore. In questo contesto, i corpi non umani cessano di essere considerati meri oggetti di consumo e diventano soggetti produttivi, costretti a lavorare, riprodursi e morire per generare surplus economico. Il factory farm si configura così come un luogo in cui il lavoro umano viene progressivamente ridotto o eliminato, sostituito da macchinari e capitale fisso, mentre quello non umano viene intensificato e moltiplicato. Ne deriva una crescita esponenziale degli allevamenti, funzionale alla riproduzione biologica e sociale dell’umanità, che dipende sempre più da alimenti di origine animale per sopravvivere, lavorare e rigenerarsi. Wadiwel descrive questo apparato come uno spazio in cui gli animali si confrontano con le macchine in una relazione antagonistica e letale, finalizzata alla produzione di cibo e profitto: “Through forced reproduction, animal populations expand exponentially. Animals then face fixed capital in a horrific, brutalising, antagonistic and inherently deadly relation in order to produce surplus money and surplus food. This is the factory farm.” (7 ottobre 2025)
Piccola bibliografia di testi sull'argomento presenti nel catalogo del Polo bolognese.
Il volume "Policing higher education: the antidemocratic attack on scholars and why it matters", di Eve Darian-Smith, si apre con una prefazione che introduce con forza e chiarezza il tema centrale dell’opera: la crescente sottomissione dell’istruzione superiore alle logiche e agli interessi del potere dominante nel contesto globale contemporaneo. L’università, storicamente luogo di produzione critica del sapere, è oggi oggetto di attacchi sistematici da parte di governi autoritari e leader politici di estrema destra.
Darian-Smith spiega come tali attacchi si manifestino non solo in regimi repressivi, ma anche in democrazie consolidate, attraverso pratiche che vanno dalla censura dei contenuti didattici alla riduzione dei finanziamenti, dalla persecuzione di docenti e studenti alla sorveglianza tecnologica, fino alla violenza fisica e all’esilio forzato. Questi fenomeni, lungi dall’essere episodi isolati, sono parte di una strategia globale che mira a reprimere il pensiero critico e a consolidare il potere politico attraverso il controllo dell’istruzione.
La scelta dell'autrice di focalizzarsi sugli Stati Uniti risponde a tre motivazioni: il ruolo egemonico del sistema universitario americano a livello globale; la crisi democratica interna, segnata dall’ascesa del movimento MAGA e dalla diffusione di ideologie antidemocratiche; infine, la prospettiva personale della stessa Darian-Smith, cittadina australiana naturalizzata americana, che esprime una profonda inquietudine per la polarizzazione crescente e la militarizzazione degli spazi universitari. La prefazione include riferimenti a eventi recenti, come il conflitto israelo-palestinese, che ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione nei campus. Tale dibattito viene spesso ridotto a una questione di diritto costituzionale, oscurando la dimensione collettiva della libertà accademica come diritto alla produzione autonoma del sapere.
Richiamando il pensiero di Paulo Freire, Darian-Smith sottolinea l’importanza della collaborazione tra docenti e studenti per contrastare l’egemonia ideologica dei regimi autoritari. Il libro si inserisce così in un dibattito più ampio sulla crisi della democrazia, sulla disinformazione e sul ruolo dell’università come spazio di resistenza e formazione civica. (29 settembre 2025)
Un articolo (ad accesso libero) dell'autrice sullo stesso argomento.
Un altro libro, per approfondire. La versione ebook è accessibile con credenziali di ateneo.
Pubblicato da Pluto Press, “Immigration Detention Inc.” di Nancy Hiemstra e Deirdre Conlon affronta un tema tornato al centro del dibattito pubblico, anche in seguito ai recenti provvedimenti restrittivi adottati dall’amministrazione statunitense per contenere i flussi migratori. Le autrici analizzano il sistema detentivo come un vero e proprio complesso industriale, sostenuto da interessi economici, logiche securitarie e meccanismi di esclusione sociale.
Frutto di oltre un decennio di ricerca, il libro si fonda su un ampio corpus di fonti, tra cui interviste con avvocati, ex detenuti e operatori del settore, e documenta come il governo federale investa annualmente oltre 3 miliardi di dollari nella detenzione degli immigrati, destinando la maggior parte di tali risorse a imprese private. Sebbene il volume sia stato pubblicato nel 2025, i dati e le analisi si riferiscono principalmente al periodo compreso tra il 2022 e il 2023, risultando perciò superati alla luce delle politiche adottate durante l’amministrazione Trump, che ha significativamente ampliato la portata del sistema. Il Congresso ha infatti approvato un pacchetto di spesa noto come “Big, Beautiful Bill”, stanziando 45 miliardi di dollari in quattro anni per l’Immigration and Customs Enforcement (ICE), con l’obiettivo di raddoppiare la capacità detentiva da circa 41.000 a 100.000 posti letto. Tale finanziamento ha reso ICE l’agenzia di polizia federale più finanziata nella storia degli Stati Uniti, superando persino il Bureau of Prisons, l’FBI e la DEA.
Hiemstra e Conlon evidenziano come il profitto costituisca il principale motore delle aziende coinvolte, le quali tendono a ridurre i costi operativi offrendo servizi minimi e spesso degradanti: tra le criticità ricorrenti si segnalano la somministrazione di cibo avariato, l’assenza di cure mediche adeguate e condizioni di vita lesive della dignità umana. Le autrici collocano l’origine di questo sistema nell’era Reagan, quando furono introdotte le prime politiche di detenzione sistematica per i richiedenti asilo. La loro analisi delle interconnessioni tra potere politico e interessi privati mostra come la criminalizzazione della mobilità umana sia funzionale alla sostenibilità economica del sistema stesso, come i migranti siano trasformati in risorse da sfruttare all’interno di una logica di profitto. (19 settembre 2025)
Una casa editrice indipendente, con sede a Londra, specializzata in saggistica critica e interdisciplinare, con particolare attenzione alle scienze sociali, alla teoria politica e agli studi postcoloniali. Dal 1969 promuove il pensiero radicale e il dibattito accademico su temi di giustizia globale.
I volumi "Discarded" di Sarah Gabbott e Jan Zalasiewicz e "Climate Justice" di Cass R. Sunstein offrono due letture complementari dell’Antropocene, interrogandosi sul futuro del pianeta a partire dalle tracce che lasciamo oggi: materiali, ambientali, etiche.
Nel prologo di "Discarded: how technofossils will be our ultimate legacy", gli autori immaginano un futuro remoto in cui esseri intelligenti scoprono “le reliquie di una civiltà umana scomparsa, vestigia di archeologia pietrificate entro antiche stratificazioni”. Ma il punto di vista si ribalta: “Viviamo ora tra questi fossili del futuro […] che ci proteggono, ci nutrono, ci trasportano, ci vestono, ci curano, ci divertono. E ci disgustano, quando, non più utili, vengono scartati come rifiuti”. Il concetto di "technofossils" — oggetti artificiali destinati a fossilizzarsi — diventa il fulcro di una nuova geologia del presente, che documenta “una trasformazione planetaria senza precedenti nella storia di 4,5 miliardi di anni della Terra”.
Cass R. Sunstein, in "Climate Justice: what rich nations owe the world - and the future", parte da un principio etico fondamentale: “Ogni persona dovrebbe essere contata allo stesso modo, indipendentemente da dove vive e da quando vive”. Questo postulato, ispirato al pensiero utilitarista di John Stuart Mill, ha implicazioni profonde per le politiche climatiche globali. Sunstein denuncia l’asimmetria tra chi ha causato il cambiamento climatico e chi ne subisce le conseguenze: “I paesi ad alto reddito e ad alte emissioni hanno guadagnato molto dalle loro attività emissive e hanno perso relativamente poco. I paesi a basso reddito e a basse emissioni sopportano una quota sproporzionata delle perdite”.
La riflessione sull’eredità dell’umano attraversa sia "Discarded", che ne esplora gli aspetti materiali, sia "Climate Justice", che la indaga sul piano etico. Entrambi i libri ci invitano a considerare il presente come un tempo geologico e politico, in cui le nostre scelte — di consumo, di emissione, di equità — modellano il futuro del pianeta e delle generazioni che verranno. (12 settembre 2025)
Versione ebook disponibile per l'accesso con credenziali Unibo: https://doi-org.ezproxy.unibo.it/[…]/9780192869333.001.0001
Il volume collettaneo “Il lavoro povero”, a cura di Daniele Di Nunzio, affronta in prospettiva multidisciplinare una delle questioni più rilevanti e strutturali del mercato del lavoro contemporaneo: la diffusione di forme occupazionali che, pur garantendo un impiego, non assicurano condizioni di vita dignitose. Il concetto di “lavoro povero”, definito nella prefazione da Francesco Sinopoli come un “ossimoro incredibile”, viene qui analizzato non solo nella sua dimensione salariale, ma come espressione di una più ampia crisi del lavoro come fondamento di cittadinanza, autonomia e partecipazione democratica.
Attraverso una metodologia di ricerca-azione integrata con strumenti di analisi storica, statistica e politologica, il volume restituisce un quadro articolato delle condizioni di vulnerabilità che caratterizzano ampie fasce della forza lavoro in Italia. I contributi raccolti evidenziano come il fenomeno attraversi generazioni, generi, settori produttivi e territori, configurandosi come una lesione dei principi costituzionali di giustizia sociale e dignità del lavoro.
Particolare attenzione è dedicata a due ambiti emblematici: il lavoro agricolo nella provincia di Latina e il lavoro di cura a domicilio in Toscana. In entrambi i casi, come sottolinea Maria Luisa Boccia nella sua prefazione, emergono forme di sfruttamento e svalorizzazione che richiedono interventi strutturali e coordinati. Tra le proposte avanzate: il rafforzamento della contrattazione collettiva, la riduzione delle tipologie contrattuali, investimenti pubblici nella formazione e nei servizi territoriali, e l’introduzione di una normativa sul salario minimo.
Il volume si distingue per la capacità di coniugare analisi empirica e riflessione politica, restituendo voce e visibilità a soggetti spesso marginalizzati nel dibattito pubblico. La condizione del lavoro povero, come emerge dalle pagine del libro, non è solo un problema economico, ma una questione democratica: «Quando il lavoro è povero, quando non si può accedere a forme di cura, perfino elementari, se non pagando, ci si convince che è la stessa forma democratica a non dare nulla». (8 settembre 2025)
Una lista degli ultimi titoli sull'argomento disponibili in biblioteca.
Nel cuore del Sudest asiatico, tra linee di frontiera instabili e poteri opachi, si estende una rete criminale che ha trasformato il leggendario Triangolo d’Oro in un sistema metastatizzato di traffici, violenze e speculazioni. "Asia criminale" è il racconto di questa mutazione, un viaggio nella “nuova geometria del Sudest asiatico”, dove il mistero romanzesco si è convertito in una manifestazione concreta dell’economia globale.
Emanuele Giordana e Andrea Morello ci conducono in un territorio che da tempo ha smesso di essere solo esotico o letterario. L’hotel Erawan di Bangkok, teatro di un omicidio rituale nel 2024, diventa il simbolo di un mondo in cui "le ombre si materializzano" e "la violenza è uno show". Da quella stanza d’albergo, le storie si moltiplicano, si intrecciano, si perdono in una giungla di specchi dove il vero e il falso si confondono.
Il libro esplora il "Nuovo Triangolo d’Oro", una rete che si estende da Singapore al Rakhine birmano, fino al golfo del Tonchino, attraversando Thailandia, Laos, Cambogia, Myanmar, Vietnam e lo Yunnan cinese. In queste terre d’ombra si sovrappongono le Special Criminal Zones alle Special Economic Zones, enclave cinesi che fungono da snodi per traffici di droga, armi, esseri umani e capitali illeciti.
Il crimine si manifesta anche in mare: pirateria, jihadismo, traffico di profughi e contrabbando si mescolano lungo le rotte dell’Indo-Pacifico, fino allo stretto di Malacca e alle coste di Singapore, dove il denaro sporco si ricicla tra casinò e società finanziarie. Le Scam City, città della truffa, sono l’ultima frontiera: luoghi dove centinaia di migliaia di schiavi digitali operano sotto tortura, in un sistema che vale miliardi.
Asia criminale è un saggio che affronta temi economici, ma si estende anche alla geopolitica, alla cultura e alle forme di potere. L’indagine si concentra sul lato oscuro della globalizzazione, in cui il cosiddetto “Capitale in mimetica” – ovvero il potere economico esercitato da attori militari – si intreccia con le reti del crimine organizzato. In questo contesto, la produzione di droga non solo genera profitti illeciti, ma diventa uno strumento di finanziamento per guerre civili e sistemi di sfruttamento umano su scala regionale e transnazionale. (1 settembre 2025)
Nel volume "The fragility of merit: presidential power and the civil service under Trump", J. Edward Kellough analizza le trasformazioni subite dal personale civile dell’amministrazione federale sotto l’amministrazione Trump, mettendo in luce la vulnerabilità strutturale del principio di merito come fondamento dell’impiego pubblico. L’autore documenta come l’adozione della teoria dell'"esecutivo unitario" abbia giustificato interventi volti a subordinare la burocrazia all’autorità presidenziale, compromettendo la neutralità politica e la competenza tecnica del personale pubblico.
Il libro si colloca in continuità con l’articolo accademico dello stesso autore, pubblicato su "Review of Public Personnel Administration", in cui Kellough approfondiva il concetto di “fragilità del merito” attraverso l’analisi di quattro iniziative chiave dell’amministrazione Trump: la paralisi del "Merit Systems Protection Board", gli ordini esecutivi del 2018 volti a indebolire i sindacati e facilitare i licenziamenti, il tentativo di smantellare l’Office of Personnel Management, e la creazione della controversa "Schedule F", una nuova categoria di impiego che avrebbe escluso migliaia di funzionari dalle tutele meritocratiche.
Come sottolinea Kellough, "il sistema presuppone la presenza di un Presidente che comprenda e sia impegnato nella difesa del merito" - una condizione che, secondo l’autore, è venuta meno durante il mandato di Trump. L’articolo e il volume convergono nel denunciare il rischio di politicizzazione della funzione pubblica e nel proporre una rifondazione del consenso nazionale attorno ai valori di competenza, imparzialità e legalità.
J. Edward Kellough è professore di Public Administration and Policy presso l’Università della Georgia. Specializzato in gestione del personale pubblico, è autore di numerosi studi su riforme amministrative, sistemi meritocratici e politiche del lavoro nel settore pubblico. La sua ricerca si distingue per l’approccio empirico e per l’attenzione alle implicazioni istituzionali delle dinamiche politiche. (25 agosto 2025)
Accesso con credenziali dell'Università di Bologna
Questo volume di John Lechner esplora la genesi, l’espansione e la mutazione del Gruppo Wagner, la compagnia militare privata russa che ha operato in Siria, Libia, Ucraina e in numerosi paesi africani, diventando il simbolo di una guerra sempre più esternalizzata e opaca.
Attraverso un lavoro sul campo e oltre trenta interviste con mercenari, analisti e vittime, l'autore ricostruisce la figura di Yevgeny Prigozhin, ex detenuto e imprenditore legato al Cremlino, capace di trasformare Wagner in uno strumento di influenza globale. Ma il saggio va oltre la cronaca: è una riflessione storica e sociologica sulla privatizzazione della guerra, che viene definita “un mestiere onesto, seppur sanguinoso”, citando la lunga tradizione dei mercenari europei.
Nell'introduzione, che offre interessanti spunti teorici e narrativi, Lechner scrive: “Wagner è stato il sintomo, non la causa, di un mondo sempre più in guerra”, sottolineando come il successo del gruppo non risieda tanto nei risultati militari, quanto nella sua capacità di incarnare una narrativa di potere e di influenza.
E riguardo alla globalizzazione e alla mobilità della violenza: “Questa è la parte oscura della globalizzazione: gli stessi aerei, porti e catene di approvvigionamento che ci consegnano pacchi in giornata rendono possibile, e conveniente, spedire giovani disoccupati da un inferno all’altro.”
Il libro si addentra anche nelle pieghe del sistema russo, in cui le frontiere tra Stato e impresa si dissolvono, dando vita a un ecosistema di potere fatto di reti informali, alleanze personali e progetti patriottici che sfuggono alle categorie tradizionali. Prigozhin, secondo Lechner, non appartiene né all’élite economica né a quella politica tradizionale, ma a una nuova classe di “implementatori” che operano ai margini del potere, sfruttando instabilità e opportunità.
Più che un manuale per specialisti, "Death Is Our Business" è una mappa per orientarsi in un paesaggio bellico che cambia forma sotto i nostri occhi. Lechner non offre risposte rassicuranti, ma strumenti per decifrare un mondo in cui la guerra si compra, si vende e si racconta come un prodotto. In questo scenario, gli attori privati non solo combattono, ma ridefiniscono il senso stesso dello Stato, del potere e della sovranità.
La biblioteca si arricchisce di volumi di recente pubblicazione che analizzano le applicazioni dell'IA in ambiti come marketing, arte, risorse umane e neuroscienze. Un’opportunità per approfondire il ruolo crescente di questa tecnologia nella società e nel mondo del lavoro.
Un libro che mostra come l'artigianato italiano possa non solo sopravvivere, ma prosperare nell'era digitale.
Gli autori analizzano il ruolo dei chatbot, definiti “macchine da conversazione” alimentate dall’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT e DeepSeek. Riflettono sulla loro capacità di generare testi significativi e su come il loro dialogo possa ridefinire la concezione tradizionale dell’essere umano come pensatore.
Chi è l'autore di un'opera realizzata con l'ausilio di un'AI? Cos'è un'opera nell'era dell'intelligenza artificiale? Viene proposta una nuova identità creativa che fonde le competenze umane con le potenzialità delle AI generative, ridefinendo il processo artistico.
L'AI generativa è un vero collaboratore che automatizza compiti operativi e supporta decisioni strategiche, trasformando il modo in cui lavoriamo e gestiamo la leadership. Questa guida esplora 35 utilizzi pratici per sfruttarne appieno il potenziale.
La Generative AI sta rivoluzionando il marketing, migliorando la personalizzazione, la creazione di contenuti e l'interazione con i clienti. Gli autori descrivono la sua evoluzione, le applicazioni pratiche e il ruolo della scienza dei dati nella trasformazione delle strategie di comunicazione.
L’IA sta trasformando il mercato dell’arte, influenzando autenticazione, valutazione e promozione delle opere, oltre a favorire trasparenza e nuove esperienze immersive. Questo libro esplora il suo impatto, le sfide etiche e il futuro dell’interazione tra arte e tecnologia.
La domanda oggi è cambiata: non è più se le macchine possono essere intelligenti, ma se possono eguagliarci e superarci. Dopo «La scorciatoia» e «Machina sapiens» il terzo episodio dell'avvincente trilogia sulla nuova era delle macchine pensanti.
Una guida completa per integrare l’IA nella gestione delle risorse umane, esplorando opportunità, sfide e strategie per una trasformazione digitale consapevole ed etica.
Il volume invita a una riflessione equilibrata sull’IA, evitando estremismi e promuovendo valori come uguaglianza, inclusività e sostenibilità per una tecnologia al servizio della società.
Uno studio sul convergent marketing, approccio che combina IA, automazione e contenuti multimediali per creare interazioni dinamiche tra brand e consumatori, guidando strategie digitali innovative.
Un libro che aiuta a integrare l’intelligenza artificiale nella scrittura per il marketing, ispirando argomenti, spunti narrativi e parole pertinenti al target e agli obiettivi della comunicazione.
L’AI rivoluziona le risorse umane, migliorando equità, efficienza e benessere lavorativo, ma richiede un uso responsabile per bilanciare automazione e gestione umana.
L’evoluzione del cervello umano viene raccontata attraverso cinque svolte chiave, collegandole ai progressi dell’IA per svelare le radici dell’intelligenza e del pensiero.
Una selezione delle ultime pubblicazioni sul tema del lavoro disponibili in biblioteca
Nicola Acocella indaga i fenomeni della disoccupazione ciclica, il persistente divario tra Nord e Sud, le disparità di genere e il fenomeno dei giovani NEET. Con un approccio rigoroso, si esplorano le politiche attuate, le inefficienze strutturali e le risposte alla globalizzazione e alle crisi economiche.
Dal pensiero della differenza all’analisi intersezionale, questo libro propone una rilettura critica degli strumenti giuridici e delle politiche pubbliche che mirano a promuovere il lavoro delle donne, per comprendere dove si annidano le radici redistributive delle diseguaglianze di genere e valutarne le azioni di contrasto.
Cosa succede alle donne che lavorano in un paese che fatica a conciliare una cultura tradizionalista con le esigenze di un’economia globalizzata? In questo vivido ritratto della società egiziana, Leslie T. Chang segue l’esperienza di tre donne che con tenacia e perseveranza vivono e lavorano in un contesto che spesso ne ostacola i progressi esistenziali e professionali.
Questioning the received wisdom that work is good for you, that you are what you do and that 'any job is a good job', Post-work offers a new challenge to the work-centred society. This timely book provides a vital introduction to the post-work debate - one of the most exciting political and theoretical currents of recent years.
Reclutare manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento. È questo, in termini di legge, il caporalato. Una parola che sembra riportare indietro le lancette dei diritti dei lavoratori. In particolare, quando tra le sue pieghe, a fianco di interessi leciti, operano e prosperano attori illegali, le organizzazioni criminali in primis.
The author discusses how the American perception of work has evolved over the 20th century, with a growing emphasis on entrepreneurship, initiative, and self-realization, rather than just reliable job performance. This entrepreneurial work ethic has become deeply ingrained in American culture, even as economic insecurity and inequality have increased. The book explores the origins and impact of this shift, tracing it from late 19th-century success literature to the modern gig economy.
Nella nostra ricerca del graal per ottimizzare la produttività con tecnologie intelligenti come l’IA e i robot, stiamo separando i lavoratori junior dagli esperti nei luoghi di lavoro di tutto il mondo. Si tratta di un problema incombente dall’impatto enorme che pochi stanno affrontando veramente.
Sono trent'anni che i redditi dei lavoratori italiani non crescono. Un'anomalia assoluta tra le economie avanzante con caratteri quasi strutturali e conseguenze negative sul piano economico e sociale. Una questione che riguarda il lavoro povero ma anche la fascia medio alta, quella su cui incombe il grosso del carico fiscale che sostiene il nostro welfare state.
Acclamato da CNBC come uno dei «top 5 libri di saggistica sul lavoro che tutti dovrebbero leggere», il libro è un appello all’azione, che mostra come condurre il cambiamento da dovunque ci si trovi può trasformare la nostra carriera, la comunità e persino il mondo intero.
In Italia sono circa tre milioni i lavoratori invisibili, poveri, irregolari, quelli che pur lavorando non riescono a portare a casa uno stipendio sufficiente a condurre un’esistenza libera e dignitosa, quelli che non godono di alcuna tutela e non possono far valere i loro diritti.
Il lavoro domestico come lavoro non pagato della casalinga [...] è una forma specifica di sfruttamento connessa ai processi di valorizzazione del capitale, che vede i suoi inizi tra il xvii e il xviii secolo per poi svilupparsi negli anni successivi alla rivoluzione industriale.
Lo Stato deve cessare di operare come presidio del corretto funzionamento del mercato e affermarsi come difensore della società dal mercato. L’Italia è l’ottavo Paese più ricco del mondo, ma anche il Paese dove un lavoratore su quattro è povero e uno su tre vulnerabile, ovvero condannato alla povertà in caso di evento inaspettato.
Questo breve libro contiene due capitoli su un tema molto discusso che suscita sia visioni distopiche che previsioni ottimistiche: che impatto avrà l’Intelligenza Artificiale sulla quantità e qualità del lavoro.
«Dall’inizio del nuovo secolo, in Italia si è alimentata un’illusione: quella di essere diretti verso la piena occupazione. Si tratta, appunto, di un inganno. Se si analizzano i numeri, emergono una realtà diversa e una tendenza opposta: in questi anni si è assistito nel nostro paese a una rapida crescita non di un’occupazione dotata di stabilità e tutele, ma della sottoccupazione, con forme e tipi di lavoro frammentato e vulnerabile. Una sottoutilizzazione delle persone in ore, istruzione e competenze».
In Italia, i giovani sono una risorsa preziosa ma sempre più scarsa. In numero sempre minore e spinti a emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità, sono spesso vittime di stereotipi incapaci di cogliere le dinamiche che li caratterizzano.
In biblioteca i volumi finalisti di un premio assegnato annualmente al miglior libro di business. Istituito nel 2005, è considerato uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel campo della letteratura economica e aziendale. L'ultima edizione è stata vinta da "Supremacy: AI, ChatGPT and the Race That Will Change the World", di Parmy Olson.
From award-winning journalist Parmy Olson, Supremacy is the astonishing, untold, behind-the-scenes story of the battle between two AI companies, their struggles to use their tech for good, and the dangerous direction that they’re now going in.
"Original and thought-provoking... A brilliantly erudite account of the major waves in the theory and practice of management" (Financial Times)
A revelatory, paradigm-shifting work from a renowned Columbia professor and “one of the great social and cultural psychologists” (Amy Cuddy) that demystifies our tribal instincts and shows us how to use them to create positive change.
"A compelling examination of the socio-economic consequences of humans living longer lives (...) important and timely" (Financial Times)
A riveting inside look at an elite unit within the Pentagon—the Defense Innovation Unit, also known as Unit X—whose mission is to bring Silicon Valley’s cutting-edge technology to America’s military: from the two men who launched the unit.
Rassegna delle copertine dei titoli acquisiti dalla biblioteca nel corso del mese, con una sintetica descrizione del contenuto di ogni volume e il codice per visualizzarne la descrizione in catalogo e la collocazione sullo scaffale.