Novità in biblioteca
Pubblicato il 28 marzo 2025
"Miracoli: vita e talenti di Edward Bernays, leggendario maestro della propaganda" offre un'analisi approfondita della figura di Edward Bernays, considerato il padre delle relazioni pubbliche e della propaganda moderna.
Serena D’Angelo racconta la vita e le strategie di un uomo che ha profondamente influenzato la società del suo tempo attraverso le sue innovative tecniche di manipolazione di massa. Bernays, nato in Austria nel 1891 ed emigrato negli Stati Uniti, seppe far leva sulle teorie psicoanalitiche del celebre zio Sigmund Freud per plasmare l'opinione pubblica con campagne pubblicitarie e politiche di grande impatto. Attraverso le pagine di "Miracoli", si scopre come Bernays orchestrò eventi pubblicitari rivoluzionari, come la campagna del 1929 per l'American Tobacco Company. Il libro svela come trasformò il fumo in un simbolo di libertà ed emancipazione femminile inscenando un gesto audace durante la parata di Pasqua a New York e infrangendo così un tabù sociale radicato.
Tra i successi di Bernays, la promozione del tour americano dei Balletti Russi per l'imprenditore Sergej Djagilev e il lavoro, negli anni '50, per la United Fruit Company, con campagne pubblicitarie che contribuirono a migliorare l'immagine delle banane e a consolidarne il mercato negli Stati Uniti.
Decisivo fu il ruolo di Bernays nel Comitato per la Pubblica Informazione. Istituito dal presidente Woodrow Wilson nel 1917, il CPI aveva l'obiettivo di influenzare l'opinione pubblica americana a favore della partecipazione alla prima guerra mondiale. Il libro evidenzia come l’attività di Bernays fu fondamentale per trasformare un sentimento precedentemente isolazionista in un sostegno attivo al coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto.
Gli Stati Uniti ricorrono sempre più frequentemente alle misure economiche restrittive come strumento primario di politica estera per rispondere alle crisi internazionali. Gli autori di "How Sanctions Work" si interrogano sull'efficacia di tali provvedimenti, prendendo in esame il caso di quelle imposte all'Iran che, per oltre quarant'anni, lo hanno reso il paese più colpito da restrizioni a livello globale. Nonostante la loro crescente portata e sofisticazione, tali misure non sono riuscite a realizzare gli obiettivi politici statunitensi in Iran, come il cambiamento di rotta riguardo al sostegno al terrorismo, alle politiche regionali aggressive e alle ambizioni nucleari. Anzi, l'applicazione della "massima pressione" ha provocato una risposta aggressiva da parte dell'Iran, che ha mostrato maggiore sfida e volontà di confronto. Lungi dal piegare la volontà della nazione, la pressione economica ha avuto l'effetto opposto, rendendo l'Iran più aggressivo, propenso al rischio e pericoloso. Il libro mette in discussione l'assunto che tali strumenti siano un'alternativa efficiente e meno costosa alla guerra, suggerendo che in alcuni casi, come quello iraniano, possono persino essere una causa di guerra. Sebbene le sanzioni creino significative perturbazioni economiche e sociali, la questione cruciale è se portino ai cambiamenti comportamentali desiderati. Nel caso dell'Iran, le misure punitive hanno paradossalmente rafforzato la Repubblica Islamica, indebolito la popolazione e aumentato la sua postura militare.
La gestione dei conflitti è un'abilità essenziale per il benessere personale e professionale. Due libri recenti offrono approcci distinti ma complementari per affrontare e trasformare i conflitti in opportunità di crescita e collaborazione.
"Gentilezza impetuosa: dal conflitto al confronto" di Joe Weston propone un metodo che combina assertività ed empatia. Weston sottolinea l'importanza della gentilezza come strumento per navigare attraverso i conflitti, trasformando le tensioni in dialoghi costruttivi. I punti chiave del libro includono la distinzione tra gentilezza autentica e "carineria formale", promuovendo un approccio che unisce gentilezza e impeto per affrontare i conflitti con coraggio e pragmatismo. Il libro offre esercizi e casi pratici per sviluppare competenze operative che aiutano a gestire i conflitti tenendo a bada l’impulso di prevaricare.
"L'arte della negoziazione: trasformare i conflitti in accordi" di Giorgio Nardone e Stefano Bartoli offre un approccio strategico alla risoluzione dei conflitti. Gli autori, esperti di psicoterapia e negoziazione, presentano tecniche avanzate per trasformare le divergenze in accordi vantaggiosi. Il libro spiega come la negoziazione sia fondamentale in ogni ambito della vita, dalla famiglia al lavoro, e come essa possa promuovere l'armonia e la cooperazione. Fornisce strumenti pratici per affrontare ogni tipo di trattativa, riducendo le tensioni e trasformando i conflitti in opportunità di accordo.
In questo saggio pubblicato dalla Duke University Press si legge di come gli Stati Uniti abbiano esteso ed esercitato le loro prerogative legali e giudiziarie a livello globale fino a influenzare, per esempio, il diritto commerciale internazionale e l'immunità sovrana dei governi stranieri. Shaina Potts spiega come queste dinamiche abbiano cambiato il modo in cui vengono percepite le differenze tra pubblico e privato, politica e legalità, nazionale e internazionale, contribuendo a diffondere una visione neoliberale dell'economia.
Tra gli anni '40 e '70, gli Stati Uniti hanno codificato e adottato un'eccezione commerciale all'immunità dei governi stranieri. Una risoluzione che ha permesso di trattare le attività commerciali dei governi stranieri come private, sottoponendole alle leggi e ai tribunali americani. Tale processo ha avuto considerevoli sviluppi durante la Guerra Fredda e all’epoca dello sviluppo postcoloniale.
Negli anni '80, con le crisi del debito del Terzo Mondo, gli Stati Uniti hanno ulteriormente esteso la loro giurisdizione territoriale. Le modifiche legali hanno dato più potere ai tribunali americani e ai creditori privati, indebolendo l'autorità dei governi debitori. Cambiamenti, questi, che hanno aiutato a diffondere le logiche neoliberali di mercato, sia attraverso l'applicazione diretta delle leggi americane, sia in collaborazione con i programmi di aggiustamento strutturale del FMI.
Nelle conclusioni al suo lavoro, la Potts riflette su come potrebbe evolversi in futuro la giurisdizione territoriale degli Stati Uniti. Nonostante le tensioni tra governo e magistratura, il libro sottolinea l'inalterata importanza delle leggi e dei tribunali americani nel contesto del capitalismo globale. Per quanto altre giurisdizioni come Cina, Singapore, Malesia e Hong Kong stiano diventando sempre più influenti, l'autrice osserva che, finché New York rimarrà un centro finanziario globale, i tribunali e le leggi americane continueranno a giocare un ruolo decisivo a livello mondiale.
Shina Potts è professoressa associata di geografia presso l'Università della California. Il suo lavoro si concentra sulla geografia finanziaria del debito sovrano e sulle crisi del debito nel Sud del mondo, in particolare su come le disuguaglianze economiche Nord-Sud siano influenzate da contratti, transazioni finanziarie e diritto.
In biblioteca i volumi finalisti di un premio assegnato annualmente al miglior libro di business. Istituito nel 2005, è considerato uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel campo della letteratura economica e aziendale. L'ultima edizione è stata vinta da "Supremacy: AI, ChatGPT and the Race That Will Change the World", di Parmy Olson.
From award-winning journalist Parmy Olson, Supremacy is the astonishing, untold, behind-the-scenes story of the battle between two AI companies, their struggles to use their tech for good, and the dangerous direction that they’re now going in.
"Original and thought-provoking... A brilliantly erudite account of the major waves in the theory and practice of management" (Financial Times)
A revelatory, paradigm-shifting work from a renowned Columbia professor and “one of the great social and cultural psychologists” (Amy Cuddy) that demystifies our tribal instincts and shows us how to use them to create positive change.
"A compelling examination of the socio-economic consequences of humans living longer lives (...) important and timely" (Financial Times)
A riveting inside look at an elite unit within the Pentagon—the Defense Innovation Unit, also known as Unit X—whose mission is to bring Silicon Valley’s cutting-edge technology to America’s military: from the two men who launched the unit.
Il FT riporta anche l'elenco di tutti o titoli selezionati dalla giuria del premio. Tutti presenti nel catalogo della "Bigiavi".
L'importanza di avere modelli di ruolo femminili è cruciale per combattere gli stereotipi di genere e promuovere le pari opportunità. L'obiettivo principale di "Female role models e pari opportunità" - risultato di un lavoro corale che ha coinvolto numerose studiose - è quello di esplorare l'interconnessione tra la leadership femminile e i processi di socializzazione delle giovani donne, con un focus particolare su diversità, stereotipi, potere e inclusione sociale, confrontando le discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) e SSH (Social Sciences and Humanities).
La ricerca si è sviluppata su due fronti principali. Il primo ha riguardato la definizione degli stili di leadership femminili attraverso interviste biografiche a donne che hanno raggiunto posizioni di rilievo nelle discipline STEM e SSH. L'obiettivo è stato quello di delineare i modelli di leadership attuali, offrendo esempi e fonti di ispirazione per le giovani donne. Il secondo fronte ha invece focalizzato l'attenzione sulle percezioni delle giovani donne, utilizzando un questionario strutturato anonimo rivolto a ragazze tra i 18 e i 25 anni su tutto il territorio nazionale. Si è indagato su come e quando i modelli di ruolo influenzano la crescita della leadership tra le giovani, identificando le barriere esistenti.
"Separate e diseguali", di Lorenzo Cattani, analizza la segregazione occupazionale di genere considerandola una forma persistente di disuguaglianza. In questo studio (disponibile in formato ebook ad accesso libero), l'autore spiega come tale segregazione si manifesti diversamente nelle classi occupazionali dei professionisti e dei tecnici, specialmente tra i giovani altamente qualificati. Il lavoro critica le teorie esistenti che spiegano la segregazione come mera autoselezione, proponendo invece una prospettiva di conflitto sociale e utilizzando il concetto di "social closure" e credenzialismo per illustrare i meccanismi di esclusione. La ricerca si concentra sull'impatto dei campi di studio STEM come credenziali che mediano l'accesso a occupazioni maschilizzate, evidenziando una potenziale svalutazione di tali credenziali quando acquisite in maggioranza da donne. In definitiva, il testo sottolinea la necessità di considerare la segregazione occupazionale nel contesto della stratificazione sociale e delle dinamiche di potere tra i generi.
Questo nuovo titolo uscito per Polity Books pone attenzione alla pervasività delle questioni legate al giusto processo nella società statunitense e nei casi più significativi e di alto profilo che arrivano davanti alla Corte Suprema. Brandon L. Garrett, professore di diritto alla Duke University, sottolinea l'importanza delle protezioni fondamentali garantite dal giusto processo, come il diritto a essere informati delle accuse, ad essere ascoltati e a un giudice imparziale.
Attraverso esempi concreti, come il caso di Richard Glossip, condannato a morte a dispetto delle prove di innocenza - informazioni cruciali che non furono rivelate alla difesa e che avrebbero potuto influenzare la sentenza - Garrett dimostra come le violazioni dei princìpi del giusto processo possano avere conseguenze devastanti. Il libro punta il dito anche verso pratiche ingiuste come la confisca civile, che permette al governo di sequestrare beni senza un'accusa formale, e l'uso di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale, che possono compromettere ulteriormente l'equità del processo.
Garrett sottolinea come questi soprusi non siano incidenti isolati, ma riflettano un problema sistemico in cui le persone più vulnerabili risultano spesso le più colpite. In un'epoca di profonde divisioni sociali e politiche, "Defending Due Process" è un appello urgente a rinnovare l'impegno verso il giusto processo, un passo decisivo per mitigare la polarizzazione politica e salvaguardare la giustizia in una società che ambisca a qualificarsi come democratica.
Una delle peculiarità del nostro paese è il servizio sanitario universale e gratuito, che ha permesso all'Italia di distinguersi a livello mondiale per la qualità e la durata della vita media. In “Salute per tutti” Chiara Giorgi sottolinea come la Costituzione italiana, affermando il diritto universale alla salute, abbia rappresentato un elemento di discontinuità rispetto al passato liberale e fascista. Il libro si sofferma in particolare sulla svolta del 1978, quando venne istituito il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Tale cambiamento ha avuto un impatto profondo sul dibattito politico e scientifico, modificando il modello organizzativo e gli assetti istituzionali. Riforme significative hanno riguardato l'assistenza psichiatrica, la salute delle donne, la sicurezza sul lavoro e la tutela ambientale.
Negli anni Ottanta, la gestione internazionale del modello sanitario italiano ha iniziato a mettere in discussione l'universalismo del sistema, favorendo progressivamente l'allargamento alle attività di mercato. La pandemia di Covid-19 ha poi evidenziato le disparità territoriali e le disuguaglianze sociali, rendendo ancora più urgente la riflessione sulla storia e sul futuro del diritto alla salute.
Il lavoro rappresenta un potente monito in difesa del Servizio Sanitario Nazionale. L'autrice evidenzia il legame tra mobilitazione sociale e lotta politica nella conquista della tutela della salute, ricostruendo le resistenze e le sfide affrontate nel corso degli anni.
Chiara Giorgi, professoressa di Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma, è un'autrice autorevole nel campo della storia della sanità e dello stato sociale. Tra le sue pubblicazioni si annoverano opere come "La previdenza del regime" e "Storia dello Stato sociale in Italia"”.
Paul Chilton è un rinomato linguista britannico, noto per il suo lavoro su metafore concettuali, stilistica cognitiva e discorso politico. È professore emerito presso il Dipartimento di linguistica e lingua Inglese dell'Università di Lancaster.
Il suo ultimo lavoro è un'analisi approfondita del ruolo del linguaggio nella politica contemporanea, con un focus particolare sulla Brexit. Chilton vi spiega come la manipolazione del linguaggio abbia giocato un ruolo cruciale nel portare il Regno Unito a lasciare l'Unione Europea nel 2016.
Il volume si addentra nei discorsi e nelle narrazioni che hanno plasmato l'idea di "popolo britannico" nel contesto storico post-Seconda Guerra Mondiale, mostrando come questi siano stati sfruttati dai propagandisti della Brexit in una società divisa socialmente, economicamente e culturalmente.
Una delle tesi principali del libro è che la demagogia della Brexit non sia un fenomeno isolato, ma parte di un più ampio movimento di neo-nazionalismo e populismo che ha preso piede in Europa e negli Stati Uniti. Chilton mostra come i populisti, attraverso la loro retorica, abbiano contribuito a creare un ambiente in cui le affermazioni false o fuorvianti sono accettate come normali. Questo ha portato a una politica in cui le emozioni e le convinzioni personali hanno prevalso sui fatti oggettivi, erodendo così la fiducia nelle istituzioni democratiche e nei processi basati sulla verità.
L'autore include nel suo studio un'analisi approfondita di vari discorsi e testi utilizzati dai sostenitori della Brexit, per dimostrare come abbiano manipolato i concetti di identità nazionale e sovranità per creare un senso di urgenza e minaccia, mobilitando l'opinione pubblica e fomentando l'ostilità verso l'Unione Europea.
Accesso tramite proxy, con credenziali Unibo.
In questo libro di scottante attualità e consigliato dal Journal of Economic Literature, James Gerber evidenzia come, dopo la pandemia, i media statunitensi abbiano spostato l'attenzione sugli eventi al confine tra Stati Uniti e Messico, concentrandosi principalmente sull'aumento dei tentativi di attraversamento e sulla rigida politica adottata dal Texas per contrastare l’immigrazione irregolare. Nonostante – ricorda l’autore - lungo il confine si svolgano molte attività economiche del tutto legali.
Il libro ne offre una panoramica completa, tentando di chiarire se e fino a che punto le comunità urbane statunitensi e messicane siano economicamente integrate o interdipendenti. La prima parte del libro descrive la popolazione e le attività economiche su entrambi i lati del confine, sottolineando la crescita urbana, soprattutto in territorio messicano, e il ruolo del commercio internazionale.
Successivamente si concentra su quattro settori: turismo, produzione agricola e diritti idrici, commercio al dettaglio e manifattura. Gerber spiega come il commercio al dettaglio domini sul lato statunitense, mentre la manifattura prevalga su quello messicano, creando posti di lavoro ben retribuiti in Messico ma meno remunerativi negli Stati Uniti.
Il volume affronta poi due problemi principali: la crescente militarizzazione del confine statunitense e la violenza legata ad armi e droga sul lato messicano. Discute questi temi complessi in modo equilibrato, spiegando perché non esistono risposte facili.
James Gerber è economista emerito presso la San Diego State University e attualmente studioso non residente presso il Center for the United States and Mexico del Baker Institute for Public Policy della Rice University. È noto per le sue ricerche sull'economia delle regioni di confine tra Stati Uniti e Messico, con particolare attenzione all'integrazione economica e alle dinamiche di interdipendenza tra le comunità urbane dei due paesi.
Accesso tramite proxy, con credenziali Unibo.
Entrambi i volumi che proponiamo offrono una minuziosa analisi delle trasformazioni economiche e politiche nei due paesi dell'ex blocco sovietico, sebbene da prospettive diverse.
Il lavoro di Hecker ricostruisce l'evoluzione del business internazionale in Russia, evidenziando come il crollo dell'Unione Sovietica abbia aperto il mercato russo a un capitalismo selvaggio, caratterizzato da successi fenomenali e fallimenti devastanti. Questo libro mette in luce le dinamiche tra paesi e aziende in un contesto di cambiamenti incessanti. Fino all'invasione dell'Ucraina da parte di Putin nel 2022, che conclude un'era di speranze e opportunità per gli investitori occidentali.
Il volume curato da Kistersky e Zadoia si concentra piuttosto sulla rinascita economica dell'Ucraina dopo il conflitto con la Russia. Raccoglie contributi di vari ricercatori che analizzano le possibilità di ripresa dei principali settori economici ucraini, basandosi su esperienze positive a livello mondiale e sulle tecnologie avanzate.
Entrambi i libri condividono il tema della trasformazione economica in contesti post-sovietici, ma mentre Hecker si concentra sulle lezioni apprese (o non apprese) dalle avventure capitalistiche in Russia, Kistersky e i suoi collaboratori guardano al futuro, proponendo strategie per la rinascita economica dell'Ucraina. L'approccio critico di Hecker mette in evidenza la complessità e le contraddizioni del capitalismo russo post-sovietico, mentre Kistersky e Zadoia adottano una prospettiva più ottimistica e propositiva, cercando soluzioni concrete per il recupero economico ucraino.
In sintesi, questi due testi offrono una lettura complementare delle sfide e delle opportunità economiche in due paesi profondamente segnati dalla storia recente.
Rassegna delle copertine dei titoli acquisiti dalla biblioteca nel corso del mese, con una sintetica descrizione del contenuto di ogni volume e il codice per visualizzarne la descrizione in catalogo e la collocazione sullo scaffale.