Presentazione del libro "Genitori alla pari. Tempo, lavoro, libertà", di Alessandra Minello e Tommaso Nannicini, Feltrinelli, 2024
Data: 15 OTTOBRE 2024 dalle 16:30 alle 18:00
Luogo: Aula auditorium del Dipartimento di scienze economiche dell'Università di Bologna, Piazza Scaravilli, 1 - Bologna, Italia - Evento in presenza e online
Con gli autori
Alessandra Minello (Università di Padova) e
Tommaso Nannicini (Istituto Universitario Europeo)
discutono del libro
Elisabetta De Cao (Università di Bologna)
Natalia Montinari (Università di Bologna)
introduce e modera
Elena Argentesi (Università di Bologna).
Due mesi: ogni anno una madre lavoratrice, rispetto a un padre lavoratore, passa due mesi in più a prendersi cura della famiglia, mentre lui legge, studia, va in palestra, prende una birra con gli amici, fa gli straordinari, gioca a calcetto col capo da cui dipende la sua promozione. Uno squilibrio così sfacciato viene solitamente accettato perché la nostra cultura collettiva si basa su una semplice equazione: donna uguale cura.
Genitori alla pari ci spiega perché questa equazione è sbagliata. E dimostra la necessità di politiche che parifichino il tempo di cura, esaltandone la condivisione. Le proposte di Alessandra Minello e Tommaso Nannicini fanno leva su tanti strumenti – dai congedi paritari a un “tempo di base”, dal sostegno alle imprese a servizi integrati per la genitorialità – e si pongono un obiettivo prioritario: fare in modo che uomini e donne possano investire lo stesso tempo nel lavoro retribuito e in quello non retribuito.
Partendo da un breve quadro in Italia e in Europa della fecondità e delle politiche per le famiglie, gli autori propongono politiche di tipo nuovo, egualitarie e incisive. Danno centralità a un allargamento della popolazione genitoriale, a partire dalle famiglie omoaffettive, e si concentrano sui bisogni delle famiglie in tutte le loro possibili composizioni.
Genitori alla pari propone non solo un cambiamento politico, ma una vera rivoluzione del paradigma culturale con cui pensiamo e viviamo la genitorialità a livello sociale ed economico. Per far sì che, tra tempo e lavoro, trovi spazio la libertà di tutte e di tutti.
Conciliare vita e lavoro? No, condividere. Redistribuire il carico che pesa solo sulle donne, divise fra professione e figli, carriera e cura, affermazione e famiglia. Questo propone il disegno di legge “Interventi per l’equità di genere nel tempo dedicato al lavoro e alla cura dei figli”, che vede come primo firmatario il Senatore Tommaso Nannicini. Dodici articoli, tre livelli di intervento: persone, imprese, territori.
Congedi obbligatori e facoltativi che siano ben retribuiti e perfettamente egualitari per entrambi i genitori, part time di coppia, anticipi retributivi e sgravi contributivi alle imprese, infine bandi aperti per rafforzare i servizi territoriali.
Non basta una riforma, serve una rivoluzione culturale perché la conciliazione diventi realtà. È il momento di aggredire uno squilibrio scaricato sempre e solo sulle donne, perché fare un figlio è un lavoro che si fa in due.
Chi ha a cuore il mondo del lavoro dovrebbe chiedere a imprese e pubbliche amministrazioni di pagare salari più alti ai dipendenti e chiedere allo Stato un nuovo welfare capace di liberare il tempo delle persone.
Quando arriva un figlio, succede spesso che lei lasci l’impiego mentre lui fa carriera. Si chiama “child penalty” ed è una disuguaglianza radicata e sfacciata. Da correggere con leggi, risorse, servizi. E una rivoluzione culturale.
La demografa sociale Alessandra Minello, autrice di “Genitori alla pari”: «Ogni anno una donna dedica due mesi in più a casa e figli», intervista di NADIA FERRIGO, la Stampa, 26-9-24