Novità in biblioteca
Pubblicato il 05 maggio 2025
Il nuovo saggio di Federico Fornaro, uscito per Boringhieri, affronta con lucidità e rigore la crisi della democrazia rappresentativa in Italia. L’autore parte da un dato allarmante: la crescente disaffezione degli italiani verso il voto, culminata con un’affluenza inferiore al 50% alle elezioni europee del 2024. Questo fenomeno, lungi dall’essere un semplice segnale di disinteresse, è interpretato come un sintomo profondo di sfiducia nei confronti delle istituzioni democratiche.
Fornaro apre il saggio con un richiamo storico e istituzionale, citando Maurice Duverger e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per sottolineare come una democrazia senza partecipazione sia una democrazia svuotata, abitata da “fantasmi”. Da qui prende l'avvio un’analisi articolata che si sviluppa lungo diverse direttrici.
Il primo nodo affrontato è quello della fragilità delle democrazie liberali contemporanee, minacciate da fattori come l’aumento delle disuguaglianze, la perdita della memoria storica, la crisi della conoscenza e l’incapacità di immaginare il futuro. Questi elementi, secondo Fornaro, stanno erodendo la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni, rendendo il terreno fertile per derive autoritarie.
Un’attenzione particolare è dedicata al fenomeno dell’astensionismo, che viene analizzato attraverso dati e ricerche. L’autore delinea il profilo dell’astensionista contemporaneo e ne esplora le motivazioni, legandole alla crisi dei partiti e alla percezione di inefficacia della rappresentanza politica. L’astensione, in questo senso, diventa un atto politico di rifiuto, più che una semplice scelta di disimpegno.
Il saggio si sposta poi su un piano più ampio, esaminando l’ascesa dei neopopulismi in Europa e negli Stati Uniti. Fornaro si sofferma in particolare sul caso italiano, mettendo in luce il legame tra il nazional-populismo attuale e l’eredità del Movimento Sociale Italiano. Pur escludendo un ritorno al fascismo, l’autore mette in guardia contro il rischio di una transizione verso forme di “democrature”, regimi formalmente democratici ma sostanzialmente autoritari, come quello ungherese.
Un capitolo centrale è dedicato alla proposta di riforma costituzionale avanzata dal governo Meloni, che prevede l’elezione diretta del capo del governo. Fornaro critica duramente questa ipotesi, sostenendo che essa comporterebbe una pericolosa concentrazione del potere e un indebolimento del sistema parlamentare, alterando l’equilibrio tra i poteri e riducendo ulteriormente lo spazio della rappresentanza.
Il libro si conclude con una riflessione sulla deriva plebiscitaria che minaccia di svuotare la democrazia dall’interno. Fornaro non si limita alla denuncia, ma propone anche una serie di interventi correttivi per rafforzare la democrazia liberale, valorizzandone i meriti storici e affrontandone le debolezze. Il suo messaggio è chiaro: non bisogna cedere né alla nostalgia né al catastrofismo, ma rispondere con determinazione alla sfida populista, ricostruendo fiducia, partecipazione e senso civico.
Una selezione delle ultime pubblicazioni sul tema del lavoro disponibili in biblioteca
Nicola Acocella indaga i fenomeni della disoccupazione ciclica, il persistente divario tra Nord e Sud, le disparità di genere e il fenomeno dei giovani NEET. Con un approccio rigoroso, si esplorano le politiche attuate, le inefficienze strutturali e le risposte alla globalizzazione e alle crisi economiche.
Dal pensiero della differenza all’analisi intersezionale, questo libro propone una rilettura critica degli strumenti giuridici e delle politiche pubbliche che mirano a promuovere il lavoro delle donne, per comprendere dove si annidano le radici redistributive delle diseguaglianze di genere e valutarne le azioni di contrasto.
Cosa succede alle donne che lavorano in un paese che fatica a conciliare una cultura tradizionalista con le esigenze di un’economia globalizzata? In questo vivido ritratto della società egiziana, Leslie T. Chang segue l’esperienza di tre donne che con tenacia e perseveranza vivono e lavorano in un contesto che spesso ne ostacola i progressi esistenziali e professionali.
Questioning the received wisdom that work is good for you, that you are what you do and that 'any job is a good job', Post-work offers a new challenge to the work-centred society. This timely book provides a vital introduction to the post-work debate - one of the most exciting political and theoretical currents of recent years.
Reclutare manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento. È questo, in termini di legge, il caporalato. Una parola che sembra riportare indietro le lancette dei diritti dei lavoratori. In particolare, quando tra le sue pieghe, a fianco di interessi leciti, operano e prosperano attori illegali, le organizzazioni criminali in primis.
The author discusses how the American perception of work has evolved over the 20th century, with a growing emphasis on entrepreneurship, initiative, and self-realization, rather than just reliable job performance. This entrepreneurial work ethic has become deeply ingrained in American culture, even as economic insecurity and inequality have increased. The book explores the origins and impact of this shift, tracing it from late 19th-century success literature to the modern gig economy.
Nella nostra ricerca del graal per ottimizzare la produttività con tecnologie intelligenti come l’IA e i robot, stiamo separando i lavoratori junior dagli esperti nei luoghi di lavoro di tutto il mondo. Si tratta di un problema incombente dall’impatto enorme che pochi stanno affrontando veramente.
Sono trent'anni che i redditi dei lavoratori italiani non crescono. Un'anomalia assoluta tra le economie avanzante con caratteri quasi strutturali e conseguenze negative sul piano economico e sociale. Una questione che riguarda il lavoro povero ma anche la fascia medio alta, quella su cui incombe il grosso del carico fiscale che sostiene il nostro welfare state.
Acclamato da CNBC come uno dei «top 5 libri di saggistica sul lavoro che tutti dovrebbero leggere», il libro è un appello all’azione, che mostra come condurre il cambiamento da dovunque ci si trovi può trasformare la nostra carriera, la comunità e persino il mondo intero.
In Italia sono circa tre milioni i lavoratori invisibili, poveri, irregolari, quelli che pur lavorando non riescono a portare a casa uno stipendio sufficiente a condurre un’esistenza libera e dignitosa, quelli che non godono di alcuna tutela e non possono far valere i loro diritti.
Il lavoro domestico come lavoro non pagato della casalinga [...] è una forma specifica di sfruttamento connessa ai processi di valorizzazione del capitale, che vede i suoi inizi tra il xvii e il xviii secolo per poi svilupparsi negli anni successivi alla rivoluzione industriale.
Lo Stato deve cessare di operare come presidio del corretto funzionamento del mercato e affermarsi come difensore della società dal mercato. L’Italia è l’ottavo Paese più ricco del mondo, ma anche il Paese dove un lavoratore su quattro è povero e uno su tre vulnerabile, ovvero condannato alla povertà in caso di evento inaspettato.
Questo breve libro contiene due capitoli su un tema molto discusso che suscita sia visioni distopiche che previsioni ottimistiche: che impatto avrà l’Intelligenza Artificiale sulla quantità e qualità del lavoro.
«Dall’inizio del nuovo secolo, in Italia si è alimentata un’illusione: quella di essere diretti verso la piena occupazione. Si tratta, appunto, di un inganno. Se si analizzano i numeri, emergono una realtà diversa e una tendenza opposta: in questi anni si è assistito nel nostro paese a una rapida crescita non di un’occupazione dotata di stabilità e tutele, ma della sottoccupazione, con forme e tipi di lavoro frammentato e vulnerabile. Una sottoutilizzazione delle persone in ore, istruzione e competenze».
In Italia, i giovani sono una risorsa preziosa ma sempre più scarsa. In numero sempre minore e spinti a emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità, sono spesso vittime di stereotipi incapaci di cogliere le dinamiche che li caratterizzano.
In questo saggio uscito in edizione paperback per Lexington Books, Andrew Kolin definisce il concetto di "distruzione creativa" come parte della sua critica al capitalismo. Con tale efficace espressione l’autore si riferisce al processo attraverso il quale il capitalismo, nel suo incessante bisogno di innovazione e crescita, distrugge vecchie strutture economiche e sociali per creare nuove opportunità di profitto.
Kolin sostiene che questo percorso, sebbene possa portare a innovazioni e miglioramenti tecnologici, è intrinsecamente irrazionale e distruttivo. La ricerca incessante di profitto e accumulazione conduce alla devastazione ambientale e sociale, minando le basi stesse su cui il capitalismo si regge.
Durante il periodo pre-industriale, i cambiamenti ambientali erano locali o regionali; con la Rivoluzione Industriale e l'imperialismo europeo, che hanno causato deforestazione e inquinamento, i cambiamenti sono divenuti globali. Fino all’attuale “ecocidio”.
L'autore propone il socialismo come un sistema sociale razionale che potrebbe promuovere fini morali comuni e una relazione armoniosa con l'ambiente. Senza la necessità di una crescita illimitata, si potrebbe pensare a una riproduzione sociale scongiurando i danni per l’ecosistema. Il cambiamento climatico in corso rappresenta una disarmonia tra l'umanità e l'ambiente: per evitare una catastrofe climatica è necessario un cambiamento radicale delle priorità sociali. Un piano Marshall globale.
Ecco due libri, entrambi pubblicati dall’editore Carocci, che contribuiscono a una più ampia discussione sulla necessità di interventi e strategie per migliorare la vita lavorativa.
“Lavoro e salari in Italia : cambiamenti nell'occupazione, precarietà, impoverimento”, a cura di Rinaldo Evangelista e Lia Pacelli, analizza il declino di lungo periodo dei salari reali in Italia e il deterioramento delle condizioni lavorative. Presenta contributi e discussioni di un convegno tenutosi a Torino che ha coinvolto economisti, sociologi e rappresentanti delle parti sociali. L'obiettivo principale è fornire un quadro empiricamente e metodologicamente fondato della fragilità della struttura occupazionale e delle condizioni dei lavoratori in Italia, esaminando le cause principali dei bassi salari e della crescita del lavoro povero e precario. I diversi contributi analizzano specifici aspetti come l'incidenza delle basse retribuzioni, la diffusione del part-time, il ruolo del salario minimo, le politiche di sostegno al reddito e la contrattazione collettiva.
“Il benessere lavorativo : una prospettiva psicologica”, curato dallo psicologo del lavoro Guido Alessandri, presenta una riflessione sulla scienza del benessere al lavoro. Nella prefazione Franco Fraccaroli spiega come per le organizzazioni di lavoro sia possibile perseguire il successo considerando aspetti come la salute, la sicurezza, la conciliazione tra lavoro e vita privata, la gestione della diversità e l'inclusione. Viene sottolineata l'importanza della psicologia applicata al mondo del lavoro per assicurare il "lavoro giusto al posto giusto". Il libro intende fornire una nuova definizione di salute mentale che riflette la visione attuale e le priorità dell'OMS in materia.
Sylvie Goulard, deputata europea, fa parte della commissione per gli Affari economici e monetari. Ha lavorato per il ministero degli Esteri francese e ha collaborato con Romano Prodi, all'epoca della sua presidenza della Commissione europea. Nel 2012 ha pubblicato con Mario Monti il volume "La democrazia in Europa".
In "Grande da morire: come evitare l'esplosione dell'Europa", avverte che il progetto di un ulteriore allargamento dell'Unione Europea presenta pericoli tangibili: come accade alla rana vanitosa della favola di Esopo, un'espansione troppo rapida e senza basi solide potrebbe condurre al collasso.
Goulard sottolinea che il processo di espansione verso l'Ucraina, la Moldavia, la Georgia e i paesi dei Balcani occidentali è stato avviato senza un piano preciso né un accordo sugli elementi essenziali. Ciò potrebbe ostacolare l'azione dell'UE e privarla della sua efficacia. Nel libro si descrive questo progetto di espansione come una corsa a capofitto, in un momento in cui l'Europa non ha ancora una politica estera, una difesa unificata, né un bilancio adeguato.
L'autrice si chiede se i leader europei abbiano imparato qualcosa dalla Brexit o dalla speranza, poi svanita già vent'anni fa, di una possibile adesione della Turchia all'UE. Goulard sottolinea che nulla è scontato, soprattutto con il ritorno del nazionalismo, e afferma che non è più il momento di fingere che l'unione fa la forza senza prima creare unità. Propone pertanto di definire chiaramente le politiche da adottare e come finanziarle, avanzando passo dopo passo con determinazione. Il prossimo obiettivo dovrebbe essere la difesa comune, soprattutto ora che gli Stati Uniti hanno ridimensionato, se non revocato, il loro impegno.
Goulard evidenzia anche la necessità di una voce diplomatica unica per l'Europa. Sollevando la questione di come sviluppare un senso di appartenenza e patriottismo europeo, critica il fatto che ogni paese mantenga ambasciate separate, sostenendo che ciò ostacola il senso di unità europea. Propone pertanto un modello simile a quello di Francoforte, dove una sola persona rappresenta tutti davanti alla stampa, come avviene con la Banca Centrale Europea.
"Religious influences on economic thinking", di Benjamin M. Friedman, analizza - nel contesto dei cambiamenti religiosi nella Scozia del XVIII secolo - l'eclissi del Calvinismo ortodosso e lo sviluppo del pensiero economico dell'Illuminismo scozzese, con un focus sull'opera di Adam Smith. Friedman sostiene che la maggiore libertà intellettuale derivante dal declino del Calvinismo e un approccio più rilassato alle umane debolezze da parte del clero presbiteriano abbiano creato un ambiente fertile per nuove riflessioni economiche. Il libro presenta Adam Smith come il padre fondatore dell'economia e “La ricchezza delle nazioni” è riconosciuto come un punto di partenza fondamentale. Alcuni recensori hanno tuttavia criticato questa prospettiva, evidenziando come la storiografia recente abbia identificato precursori del pensiero economico in contesti globali diversi, ad esempio nelle opere di Chen Hongmou e Ibn Khaldun, non influenzati dal Calvinismo scozzese.
Nel suo saggio Friedman sembra aderire a un'interpretazione di Smith vicina alla Scuola di Chicago, che enfatizza in “La ricchezza delle nazioni” il ruolo dell'interesse personale e lo collega al primo teorema fondamentale dell'economia del benessere. Questa visione contrasta con quella della scuola di pensiero di Glasgow su Smith, che vede una maggiore continuità tra “Teoria dei sentimenti morali” e “La ricchezza delle nazioni” e si concentra sui potenziali effetti corruttivi della società commerciale, dedicando quindi maggiore attenzione agli aspetti negativi che possono derivare dal perseguimento dell'interesse personale.
Benjamin M. Friedman (nato nel 1944) è un economista politico americano, docente di Economia Politica all'Università di Harvard. È membro del Council on Foreign Relations, del Panel on Economic Activity del Brookings Institute e del comitato editoriale dell'Encyclopædia Britannica.
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"Miracoli: vita e talenti di Edward Bernays, leggendario maestro della propaganda" offre un'analisi approfondita della figura di Edward Bernays, considerato il padre delle relazioni pubbliche e della propaganda moderna.
Serena D’Angelo racconta la vita e le strategie di un uomo che ha profondamente influenzato la società del suo tempo attraverso le sue innovative tecniche di manipolazione di massa. Bernays, nato in Austria nel 1891 ed emigrato negli Stati Uniti, seppe far leva sulle teorie psicoanalitiche del celebre zio Sigmund Freud per plasmare l'opinione pubblica con campagne pubblicitarie e politiche di grande impatto. Attraverso le pagine di "Miracoli", si scopre come Bernays orchestrò eventi pubblicitari rivoluzionari, come la campagna del 1929 per l'American Tobacco Company. Il libro svela come trasformò il fumo in un simbolo di libertà ed emancipazione femminile inscenando un gesto audace durante la parata di Pasqua a New York e infrangendo così un tabù sociale radicato.
Tra i successi di Bernays, la promozione del tour americano dei Balletti Russi per l'imprenditore Sergej Djagilev e il lavoro, negli anni '50, per la United Fruit Company, con campagne pubblicitarie che contribuirono a migliorare l'immagine delle banane e a consolidarne il mercato negli Stati Uniti.
Decisivo fu il ruolo di Bernays nel Comitato per la Pubblica Informazione. Istituito dal presidente Woodrow Wilson nel 1917, il CPI aveva l'obiettivo di influenzare l'opinione pubblica americana a favore della partecipazione alla prima guerra mondiale. Il libro evidenzia come l’attività di Bernays fu fondamentale per trasformare un sentimento precedentemente isolazionista in un sostegno attivo al coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto.
Gli Stati Uniti ricorrono sempre più frequentemente alle misure economiche restrittive come strumento primario di politica estera per rispondere alle crisi internazionali. Gli autori di "How Sanctions Work" si interrogano sull'efficacia di tali provvedimenti, prendendo in esame il caso di quelle imposte all'Iran che, per oltre quarant'anni, lo hanno reso il paese più colpito da restrizioni a livello globale. Nonostante la loro crescente portata e sofisticazione, tali misure non sono riuscite a realizzare gli obiettivi politici statunitensi in Iran, come il cambiamento di rotta riguardo al sostegno al terrorismo, alle politiche regionali aggressive e alle ambizioni nucleari. Anzi, l'applicazione della "massima pressione" ha provocato una risposta aggressiva da parte dell'Iran, che ha mostrato maggiore sfida e volontà di confronto. Lungi dal piegare la volontà della nazione, la pressione economica ha avuto l'effetto opposto, rendendo l'Iran più aggressivo, propenso al rischio e pericoloso. Il libro mette in discussione l'assunto che tali strumenti siano un'alternativa efficiente e meno costosa alla guerra, suggerendo che in alcuni casi, come quello iraniano, possono persino essere una causa di guerra. Sebbene le sanzioni creino significative perturbazioni economiche e sociali, la questione cruciale è se portino ai cambiamenti comportamentali desiderati. Nel caso dell'Iran, le misure punitive hanno paradossalmente rafforzato la Repubblica Islamica, indebolito la popolazione e aumentato la sua postura militare.
La gestione dei conflitti è un'abilità essenziale per il benessere personale e professionale. Due libri recenti offrono approcci distinti ma complementari per affrontare e trasformare i conflitti in opportunità di crescita e collaborazione.
"Gentilezza impetuosa: dal conflitto al confronto" di Joe Weston propone un metodo che combina assertività ed empatia. Weston sottolinea l'importanza della gentilezza come strumento per navigare attraverso i conflitti, trasformando le tensioni in dialoghi costruttivi. I punti chiave del libro includono la distinzione tra gentilezza autentica e "carineria formale", promuovendo un approccio che unisce gentilezza e impeto per affrontare i conflitti con coraggio e pragmatismo. Il libro offre esercizi e casi pratici per sviluppare competenze operative che aiutano a gestire i conflitti tenendo a bada l’impulso di prevaricare.
"L'arte della negoziazione: trasformare i conflitti in accordi" di Giorgio Nardone e Stefano Bartoli offre un approccio strategico alla risoluzione dei conflitti. Gli autori, esperti di psicoterapia e negoziazione, presentano tecniche avanzate per trasformare le divergenze in accordi vantaggiosi. Il libro spiega come la negoziazione sia fondamentale in ogni ambito della vita, dalla famiglia al lavoro, e come essa possa promuovere l'armonia e la cooperazione. Fornisce strumenti pratici per affrontare ogni tipo di trattativa, riducendo le tensioni e trasformando i conflitti in opportunità di accordo.
In questo saggio pubblicato dalla Duke University Press si legge di come gli Stati Uniti abbiano esteso ed esercitato le loro prerogative legali e giudiziarie a livello globale fino a influenzare, per esempio, il diritto commerciale internazionale e l'immunità sovrana dei governi stranieri. Shaina Potts spiega come queste dinamiche abbiano cambiato il modo in cui vengono percepite le differenze tra pubblico e privato, politica e legalità, nazionale e internazionale, contribuendo a diffondere una visione neoliberale dell'economia.
Tra gli anni '40 e '70, gli Stati Uniti hanno codificato e adottato un'eccezione commerciale all'immunità dei governi stranieri. Una risoluzione che ha permesso di trattare le attività commerciali dei governi stranieri come private, sottoponendole alle leggi e ai tribunali americani. Tale processo ha avuto considerevoli sviluppi durante la Guerra Fredda e all’epoca dello sviluppo postcoloniale.
Negli anni '80, con le crisi del debito del Terzo Mondo, gli Stati Uniti hanno ulteriormente esteso la loro giurisdizione territoriale. Le modifiche legali hanno dato più potere ai tribunali americani e ai creditori privati, indebolendo l'autorità dei governi debitori. Cambiamenti, questi, che hanno aiutato a diffondere le logiche neoliberali di mercato, sia attraverso l'applicazione diretta delle leggi americane, sia in collaborazione con i programmi di aggiustamento strutturale del FMI.
Nelle conclusioni al suo lavoro, la Potts riflette su come potrebbe evolversi in futuro la giurisdizione territoriale degli Stati Uniti. Nonostante le tensioni tra governo e magistratura, il libro sottolinea l'inalterata importanza delle leggi e dei tribunali americani nel contesto del capitalismo globale. Per quanto altre giurisdizioni come Cina, Singapore, Malesia e Hong Kong stiano diventando sempre più influenti, l'autrice osserva che, finché New York rimarrà un centro finanziario globale, i tribunali e le leggi americane continueranno a giocare un ruolo decisivo a livello mondiale.
Shina Potts è professoressa associata di geografia presso l'Università della California. Il suo lavoro si concentra sulla geografia finanziaria del debito sovrano e sulle crisi del debito nel Sud del mondo, in particolare su come le disuguaglianze economiche Nord-Sud siano influenzate da contratti, transazioni finanziarie e diritto.
In biblioteca i volumi finalisti di un premio assegnato annualmente al miglior libro di business. Istituito nel 2005, è considerato uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel campo della letteratura economica e aziendale. L'ultima edizione è stata vinta da "Supremacy: AI, ChatGPT and the Race That Will Change the World", di Parmy Olson.
From award-winning journalist Parmy Olson, Supremacy is the astonishing, untold, behind-the-scenes story of the battle between two AI companies, their struggles to use their tech for good, and the dangerous direction that they’re now going in.
"Original and thought-provoking... A brilliantly erudite account of the major waves in the theory and practice of management" (Financial Times)
A revelatory, paradigm-shifting work from a renowned Columbia professor and “one of the great social and cultural psychologists” (Amy Cuddy) that demystifies our tribal instincts and shows us how to use them to create positive change.
"A compelling examination of the socio-economic consequences of humans living longer lives (...) important and timely" (Financial Times)
A riveting inside look at an elite unit within the Pentagon—the Defense Innovation Unit, also known as Unit X—whose mission is to bring Silicon Valley’s cutting-edge technology to America’s military: from the two men who launched the unit.
Il FT riporta anche l'elenco di tutti o titoli selezionati dalla giuria del premio. Tutti presenti nel catalogo della "Bigiavi".
L'importanza di avere modelli di ruolo femminili è cruciale per combattere gli stereotipi di genere e promuovere le pari opportunità. L'obiettivo principale di "Female role models e pari opportunità" - risultato di un lavoro corale che ha coinvolto numerose studiose - è quello di esplorare l'interconnessione tra la leadership femminile e i processi di socializzazione delle giovani donne, con un focus particolare su diversità, stereotipi, potere e inclusione sociale, confrontando le discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) e SSH (Social Sciences and Humanities).
La ricerca si è sviluppata su due fronti principali. Il primo ha riguardato la definizione degli stili di leadership femminili attraverso interviste biografiche a donne che hanno raggiunto posizioni di rilievo nelle discipline STEM e SSH. L'obiettivo è stato quello di delineare i modelli di leadership attuali, offrendo esempi e fonti di ispirazione per le giovani donne. Il secondo fronte ha invece focalizzato l'attenzione sulle percezioni delle giovani donne, utilizzando un questionario strutturato anonimo rivolto a ragazze tra i 18 e i 25 anni su tutto il territorio nazionale. Si è indagato su come e quando i modelli di ruolo influenzano la crescita della leadership tra le giovani, identificando le barriere esistenti.
"Separate e diseguali", di Lorenzo Cattani, analizza la segregazione occupazionale di genere considerandola una forma persistente di disuguaglianza. In questo studio (disponibile in formato ebook ad accesso libero), l'autore spiega come tale segregazione si manifesti diversamente nelle classi occupazionali dei professionisti e dei tecnici, specialmente tra i giovani altamente qualificati. Il lavoro critica le teorie esistenti che spiegano la segregazione come mera autoselezione, proponendo invece una prospettiva di conflitto sociale e utilizzando il concetto di "social closure" e credenzialismo per illustrare i meccanismi di esclusione. La ricerca si concentra sull'impatto dei campi di studio STEM come credenziali che mediano l'accesso a occupazioni maschilizzate, evidenziando una potenziale svalutazione di tali credenziali quando acquisite in maggioranza da donne. In definitiva, il testo sottolinea la necessità di considerare la segregazione occupazionale nel contesto della stratificazione sociale e delle dinamiche di potere tra i generi.
Rassegna delle copertine dei titoli acquisiti dalla biblioteca nel corso del mese, con una sintetica descrizione del contenuto di ogni volume e il codice per visualizzarne la descrizione in catalogo e la collocazione sullo scaffale.